Circa Paolo

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Sfondo bianco perfetto per le tue fotografie. Come fare?

Ci ho impiegato un anno per ottenere uno sfondo bianco perfetto e pulito per le mie fotografie still life (fotografie di oggetti inanimati).

E’ stato veramente difficile per me.

In genere i miei sfondi venivano fuori tra un grigio triste e un giallo sporco. Una cosa veramente brutta. (altro…)

Proporzione aurea contro regola dei terzi in fotografia

La prima volta che ho sentito parlare di proporzione aurea ero uno studente di fotografia presso l’Accademia John Kaverdash di Milano. Accarezzavo il sogno di diventare un fotografo a tempo pieno e mi ricordo che il mio insegnante, al sentire questa mia aspirazione, mi rispose con estrema sintesi in tre frasi: “Diventare fotografo? Ti sei rincoglionito? Ma lascia perdere!”.

Devo dire che non argomentò molto la sua posizione, ma non penso fosse dovuta a paura della mia concorrenza vista la scarsa qualità delle mie fotografie. Piuttosto alla visione disillusa del mercato fotografico e di qualche amarezza dovuta all’esperienza.

Ma torniamo alla proporzione aurea, argomento di questo articolo. In quella serata (il corso durava dalle 19:00 alle 23:00, una vera mazzata a fine giornata) (corso pagato carissimo, quindi dovevo frequentarlo anche senza voglia per non sentirmi in colpa) mi fu detto che uno degli strumenti fondamentali della composizione fotografica è la proporzione aurea.

Attenzione: non la regola dei terzi, ma proprio la proporzione aurea.

Nella mia testolina sapevo cosa erano entrambe e con una certa sufficienza pensai che fossero più o meno la stessa cosa: la regola dei terzi in fondo è solo una semplificazione della proporzione aurea e tutto sommato va bene lo stesso, non facciamo troppo i fini…

E invece mi sbagliavo.

Quali sono le differenze tra la regola dei terzi e la proporzione aurea?

Iniziamo dalla regola dei terzi. Riassumendo in un’immagine, la regola dei terzi è questa:

Proporzione aurea

Probabilmente questo concetto ti è già chiaro, ma qualora non lo fosse si tratta semplicemente di una regola compositiva.

Inserendo le linee più importanti delle tue immagini nei pressi di una delle linee evidenziate in rosso (ad esempio la linea dell’orizzonte) e inserendo i punti su cui vuoi focalizzare l’attenzione dell’osservatore in una delle intersezioni delle linee (ad esempio un albero) otterrai una immagine che in modo naturale sarà bilanciata.

Magari un po’ simile ad altre milioni di fotografie, ma molto probabilmente buona da un punto di vista compositivo.

Puoi trovare un approfondimento specifico su questo tema nel post La regola dei terzi

Per un bel post un po’ meno critico ma molto dettagliato, ti segnalo invece questo articolo su Tecnica Fotografica.

Ora ti presento la sorella maggiore della regola dei terzi: si chiama proporzione aurea e ha la caratteristica di essere più difficile da applicare e superiore nei risultati. E’ anche conosciuta come spirale di Fibonacci.

Si tratta di una spirale logaritmica con fattore di accrescimenti b di crescita pari a Phi, ovvero la sezione aurea. E’ quasi sicuro che la definizione non ti dica nulla, e me sicuramente non dice nulla, quindi la spiego con un disegno:

Proporzione aurea

Non c’è motivo di memorizzare la definizione che ti ho appena dato perché il risultato pratico, ovvero la spirale che ne deriva, lo trovi replicato milioni di volte ovunque su Internet. La puoi facilmente scaricare e copiare come livello sulle tue immagini.

Questa spirale è anche disponibile (ma ben nascosta) in Adobe Lightroom (attivare la funzione crop e ctrl+alt+O fino a quando non trovi l’opzione della spirale).

Come nel caso della griglia della regola dei terzi, anche qui gli elementi di maggiore importanza di una fotografia se disposti lungo le linee guida producono un’immagine più bilanciata.

Ok, ma quindi quali sono le differenze tra le due regole? Vediamolo sempre ricorrendo alla grafica.

Proporzione aurea

E’ vero, i due livelli sovrapposti hanno diverse similitudini nelle intersezioni. La parte più stretta della spirale blu quasi coincide con il rettangolo rosso della regola dei terzi, in basso a destra.

A un’analisi sommaria non fa tutta questa differenza. Perlomeno questo è quello che ho pensato io per anni.

Perché la proporzione aurea è superiore?

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Arriviamo al nocciolo della questione. Il motivo per il quale la proporzione aurea si differenzia di molto dalla regola dei terzi non è il fatto che le intersezioni non vadano a coincidere perfettamente.

La principale ragione di differenza è il lungo arco dell’inizio della spirale di sviluppo della proporzione aurea.

Mettere il soggetto della tua fotografia lungo una linea curva invece che su quattro linee rette disposte a griglia guida l’occhio dell’osservatore all’interno dell’immagine, quasi forzandolo a esplorare prima il bordo della fotografia per poi avvicinarsi al cuore dell’immagine, ovvero il centro della spirale dove hai posizionato il punto di attenzione principale.

E’ come se nell’immagine disegnassimo un percorso appena accennato che, senza essere palese all’osservatore, lo guida in una direzione facendogli fare una visita guidata dell’immagine come noi vogliamo.

Questa è la grande differenza tra i due strumenti di composizione fotografica.

La regola dei terzi è di più facile applicazione: piazzi il tuo soggetto in una delle intersezioni delle linee e… Voilà! Tutto fatto. L’immagine è più dinamica e più armoniosa. E anche più banale.

Proporzione aureaLa proporzione aurea è più complessa. Piazzare il soggetto nel punto focale è solo l’inizio: da questo momento si deve lavorare per costruire una composizione dell’immagine le cui linee forti accompagnino lo sviluppo della spirale di Fibonacci. Richiede maggiore lavoro della regola dei terzi, ma i risultati sono più accattivanti e non danno quella sensazione di già visto.

Conseguenze pratiche

La proporzione aurea è uno strumento che ti permette di trasformare le tue fotografie da “Ok” a “Ok!!!!!!!!!”. La puoi utilizzare su tutto, dai ritratti alla fotografia di paesaggio.

La prima conseguenza pratica per me è stata quella di impostare il mio software di postproduzione, nel mio caso Adobe Lightroom, in modo da avere questa spirale sempre in visione nel momento in cui utilizzo la taglierina (strumento Crop) per definire formato e composizione delle mie immagini.

La seconda conseguenza è stata una nuova esplorazione del mio archivio fotografico. La fotografia microstock è uno dei settori in cui sono attivo come fotografo e naturalmente non potevo non prendere alcune mie immagini, scegliendo tra i miei bestseller su Shutterstock e Fotolia, e provare a ri-tagliarle utilizzando la proporzione aurea. La mia impressione generale è che il risultato sia decisamente migliore, dando una sensazione di dinamicità e interesse che prima non era presente.

Considerazioni personali sulla proporzione aurea

Le fotografie in cui la regola dei terzi è applicata con approccio copia e incolla non mi piacciono. E’ una regola così semplice e funzionale (perché la verità è che funziona e bene) che tutti finiscono per applicarla, troppo spesso e in modo troppo ovvio.

Raccomando di applicare la regola dei terzi con maggiore cautela e l’utilizzo della proporzione aurea è un’ottima soluzione alla pigrizia compositiva. Questa rende il tutto un po’ meno ovvio proprio perché richiede un minimo di pensiero in più da parte del fotografo, che sia al momento dello scatto oppure al momento della scelta del taglio (crop) in postproduzione.

C’è anche un altro aspetto che è importante.

Proporzione aureaA prescindere dal tipo di fotografia, probabilmente al momento dello scatto non avrai il tempo per fare un’analisi approfondita e critica dell’applicazione di questi principi.

E’ invece più probabile che con l’avanzare della tua esperienza fotografica queste regole compositive entrino del tuo subconscio e siano applicate in modo indipendente dalla tua volontà.

Nel taoismo questo si chiama “wu wu wei” ed essenzialmente consiste nel fare senza fare. E’ quello stato in cui fare qualcosa è così senza sforzo da diventare automatico, come guidare l’auto.

Quando si parla di composizione questo è il punto a cui io voglio arrivare: l’applicazione della regola aurea senza pensarci.

Conclusione

Ti chiedo di non leggere questo post fidandoti delle mie considerazioni, ma di fare qualche esperimento pratico per conto tuo.

Penso che la proporzione aurea sia un metodo compositivo superiore alla regola dei terzi per tre motivi:

  • Porta risultati oggettivamente molto più eleganti grazie al fatto che guida meglio l’occhio dell’osservatore all’interno della fotografia
  • E’ testato dalla storia: i grandi artisti del passato l’hanno utilizzata molto più spesso della semplicistica regola dei terzi
  • …ed è decisamente meno ovvia.

In questo post ho voluto condividere con te un pensiero: c’è qualcosa di più nel mondo dell’arte della composizione fotografica che un incrocio di quattro linee.

A presto!

 

Paolo

 

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2018-11-06T16:17:12+01:005 Novembre, 2018|Tecnica Fotografica|0 Commenti

Regola dei terzi in fotografia: 5 falsi miti smontati definitivamente.

Probabilmente hai ricercato abbastanza nel web, provando a imparare quanto più possibile sulla regola dei terzi in fotografia.

Poi hai preso la tua macchina fotografica, hai applicato le (poche) indicazioni di questa regola… e la tua fotografia non ha sortito l’effetto WOW che volevi.

Magari avrai avuto un risultato così così, ben lontano dalle promesse del post che avevi letto e ti aveva assicurato che bastava inserire l’orizzonte del panorama a un terzo dell’immagine partendo dal basso e… MIRACOLO, fotografia perfetta!!!

Non disperare. E’ come con le offerte di telefonia mobile.

Esattamente come quando ti vendono l’offerta che costa pochissimo e subito dopo che hai firmato il contratto ti arriva una bolletta che ti ammazza. Allo stesso modo anche dietro la regola dei terzi c’è la fregatura, solo che io ti avviso prima.

In questo post ti spiegherò la regola dei terzi, perché funziona o non funziona e smontare i 5 falsi miti su questa regola. Alla fine della lettura conoscerai bene uno strumento fotografico che ti può dare grandi soddisfazioni ma se usato male anche grandi delusioni.

Sei pronto a migliorare le tue fotografie?

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Continua a leggere…

La regola dei terzi spiegata a mia nipote di otto anni

Scrivo di mia nipote di otto anni non perché ti voglia sminuire come fotografo, ma perché mia nipote fa delle domande semplici e banali davanti alle quali io, erudito e troppo complicato zio, devo fermarmi e pensare. Perché sono domande che vanno subito al nocciolo del problema: scomode ed essenziali.

Cos’è la regola dei terzi?

La regola dei terzi è una tecnica fotografica che può essere applicata a ogni soggetto per migliorare la composizione di un’immagine. Permette di creare fotografie bilanciate e nella maggior parte dei casi ci guida a produrre immagini piacevoli.

Regola dei terziLa regola dei terzi consiste nel dividere mentalmente l’immagine utilizzando due linee verticali e due linee orizzontali, come mostrato nell’immagine qui a fianco. A questo punto dovrai semplicemente inserire gli elementi importanti dell’immagine lungo queste linee oppure nella loro intersezione.

Come puoi vedere nell’immagine l’orizzonte è posizionato lungo la prima linea partendo dal basso della fotografia e la capanna all’incrocio di due linee.

Che cosa significa tutto questo?

Perché la regola dei terzi funziona

L’idea è semplice. Una composizione con un soggetto spostato rispetto al centro dell’immagine crea una sensazione all’occhio dell’osservatore più piacevole e dinamica rispetto a posizionare il soggetto nel centro della fotografia. Quest’ultima scelta compositiva è più adatta quando si vuole creare una sensazione di staticità.

La regola dei terzi è estremamente semplice. Quando scatti una fotografia ti devi chiedere solo due cose:

  • Qual è l’elemento più importante della mia immagine?
  • Dove lo devo posizionare utilizzando le linee e le intersezioni della regola dei terzi?

Per i fotografi principianti appassionati di paesaggi è una regola utile a crescere in fretta.

Subito dopo quello di essere troppo pigri per portarsi un treppiede durante le proprie uscite fotografiche, l’errore più comune all’inizio del proprio percorso di fotografo paesaggista è quello di posizionare l’orizzonte al centro della fotografia. La conseguenza è quella di creare una poco piacevole immagine che comunica la sensazione di essere tagliata in due.

Conoscere la regola dei terzi è in questo caso molto utile perché permettere di bilanciare in modo naturale l’immagine e permette al fotografo di scegliere se dare importanza al cielo (orizzonte posizionato sul primo terzo partendo dal basso) oppure al panorama (orizzonte sulla linea del secondo terzo).

Ti segnalo un interessante post dell’ottimo sito Tecnicafotografica.net con alcuni esempi di applicazione.

Ecco un’altra cosa importante…

La regola dei terzi aiuta il movimento del soggetto

Quando stai fotografando un soggetto in movimento fai particolare attenzione alla direzione in cui si sta muovendo. Quasi sempre la scelta giusta è posizionarlo su una delle linee verticali della griglia della regola dei terzi in modo che il soggetto si muova andando verso il centro della fotografia.

Regola dei terziIn questa immagine il soggetto si sta muovendo da destra verso sinistra. Il posizionamento sulla linea verticale di destra è corretto perché rafforza la sensazione di movimento e direzione.

Quindi la regola dei terzi è la soluzione a tutti i problemi? Abbiamo trovato la panacea di tutti i mali e siamo appena diventati i fotografi più bravi in circolazione? Non proprio.

In alcuni contesti questa regola deve essere sicuramente conosciuta e applicata: la fotografia microstock è una di queste situazioni. Contribuire a siti come Shutterstock e Fotolia è un’ottima scuola per imparare cosa è richiesto dal mercato fotografico online e quali tipi di composizione fotografica funzionano meglio.

Ti consiglio di farlo anche solo a scopo didattico, oltre che per guadagnare dalle tue immagini in questo momento dimenticate sul tuo hard disk. Se sei interessato ad approfondire questo argomento puoi scaricare la guida gratuita Vendere Foto Online

Ma quando si tratta di fotografia come forma d’arte, il gioco cambia.

Ecco 5 miti che voglio demolire con te oggi.

Mito #1

Basta la regola dei terzi per creare opere d’arte.

La regola dei terzi funziona così bene che tutti la usano, creando fotografie simili tra loro a scapito dell’originalità artistica. Paradossalmente, è proprio il fatto che sia un ottimo strumento a renderla difficilmente utilizzabile per esprimere arte.

Attenzione: questa regola di composizione non è stata inventata in fotografia. Grandi pittori del passato l’hanno utilizzata per le loro opere. Stiamo parlando di gente come Pierre-Auguste Renoir, tanto per dire.

Regola dei terzi

Ora, non fraintendermi, magari tu sarai anche più bravo in fotografia di quanto Renoir lo era in pittura ma…

  1. Lui dipingeva
  2. A fine ‘800
  3. E non doveva competere con milioni di altri fotografi che utilizzano la regola dei terzi per le proprie immagini.

In sintesi, se il tuo obiettivo è creare arte con la regola dei terzi oggi il rischio è quello della mediocrità dovuta all’assenza di innovazione. La regola dei terzi funziona. Ma crea cliché già visti e rivisti.

Mito #2

La regola dei terzi crea immagini sempre piacevoli.

La regola dei terzi crea immagini spesso piacevoli, a scapito della creatività. Ma ci sono delle situazioni nella quale semplicemente non funziona, anzi, è proprio un errore. Il problema è che essendo una regola la impariamo ma non sappiamo quando romperla con un’eccezione.

E’ il caso delle immagini a taglio quadrato, dove la regola dei terzi è inutile e non contribuisce a migliorare l’immagine. In questo caso un soggetto forte posizionato al centro dell’immagine spesso funziona meglio rispetto alla regola dei terzi.

Oppure quando un soggetto si specchia nell’acqua, che sia o meno un paesaggio. In questo caso posizionare l’orizzonte esattamente al centro della fotografia e sfruttare la simmetria del riflesso rispetto al soggetto porta a dei risultati spesso migliori che seguendo la regola dei terzi.

Mito #3

…ma tutti i professionisti usano la regola dei terzi!!!

Balle. Non c’è correlazione tra professionalità in fotografia e l’utilizzo di questa regola. Un fotografo che si occupa di pubblicità la utilizzerà quasi sempre, un fotografo impegnato in una ricerca artistica quasi mai. L’utilizzo della regola non ha nulla a che fare con il livello di professionalità del fotografo.

E’ però vera un’altra cosa: tutti i professionisti conoscono la regola dei terzi e la tengono come strumento utile nella loro cassetta degli attrezzi fotografica.

Mito #4

La regola dei terzi è il migliore modo per creare movimento nell’immagine.

Questo mito è vicino alla verità, ma non è la verità. E’ sicuramente vero che utilizzare la regola obbliga l’occhio dell’osservatore a muoversi meglio all’interno della fotografia ed esplorare l’intera immagine. Ma la regola non è il migliore modo per creare movimento nella fotografia.

La psicologia della Gestalt oltre un secolo addietro aveva individuato forme ben più efficienti per creare la sensazione di movimento in un’immagine. Probabilmente la più funzionale a questo scopo è l’arabesco.

Regola dei terzi

Lo hai mai visto in arte? Sono sicuro di sì, anche se non ti ricordi. Ad esempio c’è un tale Vincent Willem Van Gogh che l’ha utilizzata piuttosto spesso, è non se la cavava affatto male in pittura…

Regola dei terzi

Ogni volta che riesci a includere una forma ad arabesco all’interno della tua fotografia questo porterà a una sensazione di movimento molto più potente dell’applicazione della regola dei terzi.

Mito #5

La regola dei terzi è stata creata dagli artisti dell’antichità per dare armonia.

Balle, un’altra volta. La regola dei terzi è stata documentata per la prima volta da John Thomas Smith nel 1797.

Gli antichi, ovvero questi misteriosi esseri a cui si attribuisce credibilità solo perché lontani nel tempo, per comporre in scultura e pittura usavano: l’arabesco, la simmetria dinamica, le linee di coincidenza, linee radianti, elissi, disposizioni triangolari… e chi più ne ha più ne metta.

Sì, magari usavano anche la regola dei terzi, ma di sicuro non era il primo strumento compositivo che gli veniva in mente.

Non c’è correlazione tra gli antichi (greci? Romani? Boh?) e le nobili origini di questa regola.

Conclusioni

Michael Freeman, conosciuto per la sua fotografia e come scrittore di libri sulla composizione fotografica, sulla regola dei terzi ha scritto:

E’ probabilmente il peggiore suggerimento sulla composizione che posso immaginare. Noi stiamo facendo fotografia, non facciamo ingegneria con regole per fare cose accurate, prevedibili e ripetibili… Esattamente l’opposto di quello che vuoi da una fotografia interessante e sorprendente.

Il problema con la regola dei terzi, e il motivo per il quale è diventata così famosa, è che è facile e funziona.

La composizione fotografica generalmente è vista come qualcosa di astratto, senza un modo sicuro di capire se siamo davanti a una buona o cattiva immagine. Anche i fotografi veramente bravi possono avere momenti di difficoltà nel trovare una giusta composizione e la regola dei terzi ci toglie dall’impiccio diventando la panacea per tutti i mali.

Questa regola funziona, è veloce, è pratica, ma ti fa pagare un prezzo alto: la regola dei terzi è il migliore modo per comporre la tua fotografia esattamente come tutti gli altri.

 

Paolo

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Attenzione! Fare soldi con la fotografia microstock nel 2018 è ancora possibile!

E’ ancora possibile fare soldi con la fotografia microstock oggi?

Recentemente ho letto molte risposte a questa domanda su diversi social. Non che io sia un grande frequentatore di social ma non vivo fuori dal mondo sia reale, sia virtuale, e ogni tanto passo a dare un’occhiata a cosa si dice online.

Ecco una sintesi delle risposte che ho letto alla domanda sul se sia possibile o meno guadagnare con il microstock nel 2018:

  • No
  • No assolutamente
  • Impossibile

La prima cosa che mi colpisce è l’assoluta mancanza di elementi a provare questo giudizio, la qual cosa mi fa supporre che chi scrive queste risposte sia una persona pigra, cosa che sicuramente non ti aiuta a fare soldi con la fotografia microstock nel 2018.

Non sono riuscito a trovare online una qualche recente analisi, basata su qualche dato concreto, sul fatto che chi oggi prova a fare soldi con la fotografia microstock è destinato al fallimento. Gente che si lamenta tanta, gente che ci prova seriamente pochissima.

E allora ti racconto la mia esperienza. Non è basata su un campione statistico significante (e infatti include solo me), ma almeno ti do qualche elemento oggettivo per fare una riflessione indipendente e che vada oltre al “è impossibile vendere fotografia microstock, mi lamento delle agenzie che non mi fanno vendere, mi lamento dell’eccessiva concorrenza, i politici sono tutti dei ladri, la Massoneria sta tramando contro di me per non farmi avere successo nel mondo della fotografia microstock”.

Qualche dato sulla mia esperienza

Nel 2007, quando ho iniziato la mia carriera nella fotografia microstock, sui social tutti si lamentavano che c’era troppa concorrenza, il mercato era saturo ed era impossibile entrare come nuovi arrivati nel microstock. Per fortuna non gli ho creduto.

Oggi io fatturo tra i 900 e i 1.100 euro al mese solo di fotografia microstock. E’ un’attività che svolgo con impegno e serietà ma nei ritagli di tempo tra il mio lavoro da dipendente (lavoro per una multinazionale come impiegato) e gli impegni famigliari. Ho anche altre fonti di reddito online sempre legate alla fotografia ma non relative al microstock (Fine Art America e vendita di eBook principalmente). 

Il mio portfolio fotografico è di circa 8.000 immagini, faccio upload di 20 immagini 48 settimane all’anno, contribuisco a 25 agenzie e l’agenzia più remunerativa è Shutterstock (se devi incominciare la tua carriera nel microstock è questa l’agenzia da cui ti suggerisco di partire).

Bravo Paolo, grazie tante… Ma è possibile fare soldi con la fotografia microstock nel 2018?

Sì è possibile. Qui sotto trovi uno screenshot relativo all’agenzia di fotografia microstock EyeEm, sulla quale ho circa 1700 immagini.

Fare soldi con la fotografia

 

La prima riflessione che voglio condividere con te è quella sul periodo: ho incominciato a contribuire a quest’agenzia a metà del 2016. Non nel 2005, in pieno boom microstock, ma nel 2016, quando gli uccelli del malaugurio dicevano che la fotografia microstock era morta da 10 anni.

E quest’agenzia non è l’unica ad avermi dato risultati veramente interessanti nell’ultimo biennio: ce ne sono altre due che in questo momento preferisco mantenere riservate in quanto non ho ancora terminato l’upload del mio archivio fotografico. Naturalmente, le condividerò con te in futuro.

La seconda riflessione: ma 1700 dollari sono tanti o sono pochi?

Per me sono tanti a prescindere, visto che mi pago tre rate del mutuo della casa. Detto questo, il punto vero è se sia tanto o poco rispetto allo sforzo fatto per arrivare a quella cifra.

Nel caso in questione lo sforzo è stato pochissimo: le immagini erano già parte del mio archivio e l’impegno è stato quello di fare l’upload delle immagini e inserire le parole chiave (nel caso dell’agenzia in oggetto è un processo velocissimo).

Ho stimato un totale di 5 ore di lavoro dedicato esclusivamente a quest’agenzia in un paio di anni. In sintesi: ogni ora di lavoro mi è stata pagata 340 dollari.

Sì, è vero… poi ci sono le spese per la linea Internet (che comunque avrei pagato a prescindere), l’abbonamento ad Adobe Lightroom e Photoshop (e che avrei comunque pagato)… va tutto bene, ma dimmi tu se conosci un altro mestiere con una paga oraria a 340 dollari.

Soprattutto, questa agenzia continuerà a dare guadagni costanti anche domani a prescindere che io accenda il computer o meno. Dovrò semplicemente ricordarmi ogni tanto di andare sul loro sito e ritirare i soldi.

Una terza riflessione: ma allora possono farlo tutti?

No, non tutti possono farlo. Io posso permettermi di entrare in una nuova agenzia microstock e fare soldi nel 2018 perché ho una posizione di vantaggio data da questi 3 elementi:

  • Ho un portfolio fotografico di migliaia di immagini. 
  • La qualità delle mie immagini e soprattutto la mia comprensione del mercato si è affinata in 10 anni di esperienza. Oggi ho un metodo di lavoro che condivido con te gratuitamente nei post di questo blog e che trovi organizzato e spiegato a fondo nei miei eBook.
  • La mia posizione di lavoratore dipendente a cui si aggiunge la mia professione di fotografo (con regolare partita IVA e naturalmente pagamento delle tasse) mi mette in una situazione di vantaggio: a prescindere da come andrà questo mese fotograficamente parlando, comunque ho uno stipendio regolare che mi concede serenità. Non avendo l’urgenza di pagare le bollette con i proventi della fotografia, posso permettermi con calma di esplorare le nuove agenzie, di curare la mia formazione, di investire in attrezzatura con una visione di lungo periodo. Se vuoi approfondire, ti invito a leggere l’articolo Voglio fare soldi online con il microstock per una interessante lista delle caratteristiche dei fotografi microstock di successo secondo l’agenzia Shutterstock.

Conclusioni

Non è vero che non si possano fare soldi con la fotografia microstock nel 2018. Io lo sto facendo sia con agenzie con cui lavoro da dieci anni, sia con agenzie con le quali lavoro solo da un paio di anni. Con alcune sto iniziando a lavorare in queste settimane e le premesse sono ottime. E’ possibile guadagnare nel 2018:  c’è grande concorrenza, ma si può fare.

Certo non si può fare con la facilità con la quale si guadagnava 15 anni fa, quando inviavi alle agenzie di fotografia microstock qualsiasi porcheria e arrivavano i soldi. Oggi è un mondo diverso e se scegli la fotografia microstock lo devi fare con professionalità, sapendo che è una maratona e non una gara sui cento metri, sapendo che si fanno soldi con la fotografia microstock ma non si fanno soldi facili con la fotografia microstock.

Altrimenti ti dico già come andrà a finire: guadagnerai 20 euro per poi smettere dopo qualche mese.

 

A presto!

 

Paolo

 

 

 

 

2018-09-10T20:43:06+01:0025 Luglio, 2018|Fotografia Microstock|56 Commenti

10 anni di fotografia microstock (5/5). Le alternative al microstock.

Esistono delle alternative al microstock per chi vuole vendere fotografie online? In questo post ti racconto le mie scelte.

Quinta e ultima puntata di questa miniserie di post dedicata a cosa ho imparato in 10 anni di fotografia microstock. Puoi trovare qui il post precedente. (altro…)