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Attenzione! Fare soldi con la fotografia microstock nel 2018 è ancora possibile!

E’ ancora possibile fare soldi con la fotografia microstock oggi?

Recentemente ho letto molte risposte a questa domanda su diversi social. Non che io sia un grande frequentatore di social ma non vivo fuori dal mondo sia reale, sia virtuale, e ogni tanto passo a dare un’occhiata a cosa si dice online.

Ecco una sintesi delle risposte che ho letto alla domanda sul se sia possibile o meno guadagnare con il microstock nel 2018:

  • No
  • No assolutamente
  • Impossibile

La prima cosa che mi colpisce è l’assoluta mancanza di elementi a provare questo giudizio, la qual cosa mi fa supporre che chi scrive queste risposte sia una persona pigra, cosa che sicuramente non ti aiuta a fare soldi con la fotografia microstock nel 2018.

Non sono riuscito a trovare online una qualche recente analisi, basata su qualche dato concreto, sul fatto che chi oggi prova a fare soldi con la fotografia microstock è destinato al fallimento. Gente che si lamenta tanta, gente che ci prova seriamente pochissima.

E allora ti racconto la mia esperienza. Non è basata su un campione statistico significante (e infatti include solo me), ma almeno ti do qualche elemento oggettivo per fare una riflessione indipendente e che vada oltre al “è impossibile vendere fotografia microstock, mi lamento delle agenzie che non mi fanno vendere, mi lamento dell’eccessiva concorrenza, i politici sono tutti dei ladri, la Massoneria sta tramando contro di me per non farmi avere successo nel mondo della fotografia microstock”.

Qualche dato sulla mia esperienza

Nel 2007, quando ho iniziato la mia carriera nella fotografia microstock, sui social tutti si lamentavano che c’era troppa concorrenza, il mercato era saturo ed era impossibile entrare come nuovi arrivati nel microstock. Per fortuna non gli ho creduto.

Oggi io fatturo tra i 900 e i 1.100 euro al mese solo di fotografia microstock. E’ un’attività che svolgo con impegno e serietà ma nei ritagli di tempo tra il mio lavoro da dipendente (lavoro per una multinazionale come impiegato) e gli impegni famigliari. Ho anche altre fonti di reddito online sempre legate alla fotografia ma non relative al microstock (Fine Art America e vendita di eBook principalmente). 

Il mio portfolio fotografico è di circa 8.000 immagini, faccio upload di 20 immagini 48 settimane all’anno, contribuisco a 25 agenzie e l’agenzia più remunerativa è Shutterstock (se devi incominciare la tua carriera nel microstock è questa l’agenzia da cui ti suggerisco di partire).

Bravo Paolo, grazie tante… Ma è possibile fare soldi con la fotografia microstock nel 2018?

Sì è possibile. Qui sotto trovi uno screenshot relativo all’agenzia di fotografia microstock EyeEm, sulla quale ho circa 1700 immagini.

Fare soldi con la fotografia

 

La prima riflessione che voglio condividere con te è quella sul periodo: ho incominciato a contribuire a quest’agenzia a metà del 2016. Non nel 2005, in pieno boom microstock, ma nel 2016, quando gli uccelli del malaugurio dicevano che la fotografia microstock era morta da 10 anni.

E quest’agenzia non è l’unica ad avermi dato risultati veramente interessanti nell’ultimo biennio: ce ne sono altre due che in questo momento preferisco mantenere riservate in quanto non ho ancora terminato l’upload del mio archivio fotografico. Naturalmente, le condividerò con te in futuro.

La seconda riflessione: ma 1700 dollari sono tanti o sono pochi?

Per me sono tanti a prescindere, visto che mi pago tre rate del mutuo della casa. Detto questo, il punto vero è se sia tanto o poco rispetto allo sforzo fatto per arrivare a quella cifra.

Nel caso in questione lo sforzo è stato pochissimo: le immagini erano già parte del mio archivio e l’impegno è stato quello di fare l’upload delle immagini e inserire le parole chiave (nel caso dell’agenzia in oggetto è un processo velocissimo).

Ho stimato un totale di 5 ore di lavoro dedicato esclusivamente a quest’agenzia in un paio di anni. In sintesi: ogni ora di lavoro mi è stata pagata 340 dollari.

Sì, è vero… poi ci sono le spese per la linea Internet (che comunque avrei pagato a prescindere), l’abbonamento ad Adobe Lightroom e Photoshop (e che avrei comunque pagato)… va tutto bene, ma dimmi tu se conosci un altro mestiere con una paga oraria a 340 dollari.

Soprattutto, questa agenzia continuerà a dare guadagni costanti anche domani a prescindere che io accenda il computer o meno. Dovrò semplicemente ricordarmi ogni tanto di andare sul loro sito e ritirare i soldi.

Una terza riflessione: ma allora possono farlo tutti?

No, non tutti possono farlo. Io posso permettermi di entrare in una nuova agenzia microstock e fare soldi nel 2018 perché ho una posizione di vantaggio data da questi 3 elementi:

  • Ho un portfolio fotografico di migliaia di immagini. 
  • La qualità delle mie immagini e soprattutto la mia comprensione del mercato si è affinata in 10 anni di esperienza. Oggi ho un metodo di lavoro che condivido con te gratuitamente nei post di questo blog e che trovi organizzato e spiegato a fondo nei miei eBook.
  • La mia posizione di lavoratore dipendente a cui si aggiunge la mia professione di fotografo (con regolare partita IVA e naturalmente pagamento delle tasse) mi mette in una situazione di vantaggio: a prescindere da come andrà questo mese fotograficamente parlando, comunque ho uno stipendio regolare che mi concede serenità. Non avendo l’urgenza di pagare le bollette con i proventi della fotografia, posso permettermi con calma di esplorare le nuove agenzie, di curare la mia formazione, di investire in attrezzatura con una visione di lungo periodo. Se vuoi approfondire, ti invito a leggere l’articolo Voglio fare soldi online con il microstock per una interessante lista delle caratteristiche dei fotografi microstock di successo secondo l’agenzia Shutterstock.

Conclusioni

Non è vero che non si possano fare soldi con la fotografia microstock nel 2018. Io lo sto facendo sia con agenzie con cui lavoro da dieci anni, sia con agenzie con le quali lavoro solo da un paio di anni. Con alcune sto iniziando a lavorare in queste settimane e le premesse sono ottime. E’ possibile guadagnare nel 2018:  c’è grande concorrenza, ma si può fare.

Certo non si può fare con la facilità con la quale si guadagnava 15 anni fa, quando inviavi alle agenzie di fotografia microstock qualsiasi porcheria e arrivavano i soldi. Oggi è un mondo diverso e se scegli la fotografia microstock lo devi fare con professionalità, sapendo che è una maratona e non una gara sui cento metri, sapendo che si fanno soldi con la fotografia microstock ma non si fanno soldi facili con la fotografia microstock.

Altrimenti ti dico già come andrà a finire: guadagnerai 20 euro per poi smettere dopo qualche mese.

 

A presto!

 

Paolo

 

 

 

 

2018-09-10T20:43:06+01:0025 Luglio, 2018|Fotografia Microstock|56 Commenti

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E se tu volessi diventare fotografo a tempo pieno? 5 consigli veloci

In questi anni ho conosciuto molte persone che hanno lasciato un lavoro a tempo indeterminato per diventare fotografi a tempo pieno. Alcuni hanno volato, altri si sono schiantati. I successi sono stati alterni ai fallimenti, ma ci sono alcuni tratti comuni che caratterizzano chi è riuscito nell’impresa.

Definisco successo la capacità di arrivare al terzo anno di vita di un’attività fotografica. Parlo del terzo anno perché durante il primo anno c’è l’entusiasmo, l’adrenalina, la novità… e il primo anno vola via in un attimo.

Durante il secondo anno spesso c’è una rete di persone che crede in te e che ti supporta: amici, parenti, la banca ti da ancora una mano…

Ma in genere è al terzo anno che si vede se il tuo sogno sta in piedi economicamente oppure no. Se al terzo anno ce la fai a vivere della tua fotografia allora hai avuto successo.

Purtroppo sia che si tratti di fotografi a tempo pieno che scelgono la carriera tradizionale (con tanto di studio fotografico, produzione servizi di matrimonio, servizi per eventi…), sia di fotografi che tentano la via dell’imprenditoria online (microstock, stampe fine art, siti personali di vendita stock, vendita di prodotti personalizzati con le proprie immagini…), quasi l’80% dei casi che conosco ha dovuto mollare prima dei tre anni dall’apertura.

Tutti i fotografi con cui ho chiacchierato davanti a pizza e birra e hanno avuto successo hanno cinque caratteristiche comuni.

  • Hanno pensato al piano B (fotografia) quando già avevano un lavoro (da dipendente). Hanno avuto il tempo di testare se la nuova attività era loro congeniale senza avere la bava alla bocca a causa della fame e della sete. Potevano permettersi di pagare le bollette a fine mese grazie al loro precedente lavoro a tempo pieno e questo ha dato loro la serenità per scegliere con calma investimenti in attrezzatura, sviluppare una formazione, studiare il mercato. Purtroppo, se hai fretta di avere risultati economici tangibili in breve tempo, ti sconsiglio la via della fotografia. A volte fai fatica ad avere risultati apprezzabili in dieci anni di carriera, figuriamoci in uno!
  • Sono persone che si sono isolate dagli uccelli del malaugurio. Hanno tagliato i ponti in modo brutale da presunti amici (e spesso anche dai parenti) che continuavano a ripetere loro “ma sei matto a lasciare il lavoro da dipendente per aprire un’attività fotografica?”
  • Si sono circondati di persone positive che li hanno aiutati innanzitutto da un punto di vista psicologico e quando serviva anche da un punto di vista sostanziale (=soldi). Molto utile è il ruolo di una guida, un mentore, spesso identificato in un fotografo con più esperienza che è già passato da dove stai passando tu oggi.
  • Tutti mi hanno riferito una cosa: qualsiasi contatto online conta. Se sei allergico ai social come lo sono io, l’allergia ce la dobbiamo fare passare. I contatti online sono la benzina della futura attività fotografica. Soprattutto, non puoi sapere oggi quali contatti ti saranno utili tra un anno. E’ un investimento a scatola chiusa: il tuo tempo per una possibile sorpresa positiva domani.
  • Formazione continua. Se pensi di saperne abbastanza e ti fermi c’è già qualcuno che ti sta superando. O cresci di competenze anche se sei il primo della lista, o stai perdendo vantaggio. Io consiglio due autori di video corsi che per me sono decisamente superiori alla media: Daniele Carrer per la fotografia microstock, Serge Ramelli per la postproduzione.

Il mio segreto per riuscire nella fotografia microstock

Ridendo e scherzando sono dieci anni che sono sul mercato. Un decennio fa vendevo la mia prima fotografia su Fotolia, ma incominciavo a guadagnare veramente solo dopo qualche mese su Shutterstock. Ho venduto tanto, soprattutto ho imparato tanto. Ritengo la mia esperienza nella fotografia microstock un successo.

Non sono un fotografo particolarmente bravo. Ci sono milioni di fotografi là fuori molto più bravi di me. Non sono straordinariamente dotato per la fotografia, non ho un talento naturale.

Non ho neanche l’attrezzatura fotografica più recente del mercato: la mia Canon 5D MKII è del 2008.

E non ho molto tempo da dedicare alla fotografia. Ho un lavoro a tempo pieno, un’attività di fotografo serale e limitata ai weekend, una moglie e un bimbo, l’erba del giardino da tagliare.

No talento, no tecnologia, no tempo. Come diavolo è possibile avere successo senza quelli che, a una prima occhiata, sembrano essere dei requisiti fondamentali?

In estrema sintesi, ho fatto leva su mie caratteristiche che nulla hanno a che fare con la fotografia.

  • Il microstock è una maratona.

E dura anni. Non è una corsa sui cento metri. Il tempo è un tuo alleato e non ci sono scorciatoie. Eppure, stando a quello che leggo nelle mail di chi mi scrive, l’ansia di avere risultati subito è in assoluto l’errore più comune. Ci sono persone che mi scrivono dicendomi: ho perso il lavoro e ho pensato di fare fotografia microstock.

Ascolta.

Mi spiace che tu abbia perso il lavoro. E so che è una delle cose della vita che possono dare uno stress a volte insostenibile. Sicuramente è un momento in cui è difficile pensare lucidamente. Ma se questo è il tuo caso, la fotografia microstock non è la soluzione perché non puoi ragionevolmente aspettarti risultati concreti prima di un triennio.

Lo ripeto: mi spiace per la tua situazione, ma la soluzione non è la fotografia microstock. Potrebbe invece esserlo se pensi di lasciare il tuo attuale lavoro da qui a qualche anno e con calma, in modo lento e costante, ti costruisci un portfolio fotografico, migliori come fotografo e soprattutto vedi se ti piace fare questo mestiere.

  • Flessibilità.

E’ una dote fondamentale nel mondo di oggi e di conseguenza nella fotografia microstock.

Ricerca della flessibilità per essere liberi: non dare in esclusiva le tue fotografie ad alcuna agenzia. Flessibilità nella scelte delle agenzie con cui collabori, scegliendo di cancellare dalla tua lista quelle per le quali non vale la pena spendere il tuo tempo. Flessibilità in quello che fotografi, essendo disposto a cambiare la tua nicchia fotografica se troppo affollata dalla concorrenza. Flessibilità negli orari in cui puoi lavorare alla fotografia microstock.

Flessibilità nello spazio e nei luoghi in cui ti occupi di fotografia microstock (c’è stato un periodo in cui facevo postproduzione di fotografie in aereo tra Europa e Cina). Flessibilità di approccio mentale nello sbagliare e correggere in fretta cosa non funziona (troppe volte ho sentito il discorso io fotografo così: o piace ai miei clienti, oppure vadano da un altro. E infatti i tuoi clienti vanno da un altro).

  • Umiltà.

Non mi sopravvaluto. Innanzitutto come fotografo.

IO NON SONO IL FICO PIU’ FICO DELLA FICARA!

Ci sono eserciti di fotografi migliori di me. E devo averne coscienza. Se capisci questo, sei già molto più avanti della maggiore parte della tua concorrenza per il semplice fatto che tutti si sentono i migliori fotografi del condominio.

E se sai che non sei il migliore in generale, puoi scegliere di essere il migliore in una specifica nicchia di mercato, oppure sviluppare uno specifico stile fotografico, tutte cose che ti permettono di essere il pesce più grosso nel tuo laghetto anziché essere un pesce piccolino nel mare.

Un’ultima cosa: non sopravvalutarti neanche per quanto riguarda il carico di lavoro che puoi sopportare. Continuare ad aggiungere compiti (più fotografie da scattare, più fotografie da postprodurre, più corsi di fotografia da seguire, più attrezzatura da acquistare e quindi più soldi che servo per comprare l’attrezzatura…) ti porta all’esaurimento nervoso, non al successo.

Personalmente mi do come obiettivo della giornata il carico di lavoro che ragionevolmente posso portare a termine in mezza giornata, in modo da stare largo con i tempi e se avanza qualche ora godermi la famiglia oppure pensare (attività strategica e molto sottovalutata).

  • Oggettività.

Sono uno che misura le proprie prestazioni fotografiche. Non ho un legame affettivo con le mie fotografie per il solo fatto che le ho scattate in condizioni particolarmente difficili oppure perché mi ricordano che era un bel giorno di sole in vacanza con la mia famiglia.

Giudico le mie fotografie sulla base di esperienza oggettiva e della loro appetibilità sul mercato di destinazione.

A me piace tantissimo fotografare panorami. Peccato che i panorami vendano poco (più spesso niente) a causa di un mercato saturo. Quindi i panorami li tengo per me: ci faccio ingrandimenti da appendere in casa, realizzo delle stampe e le regalo, ma non spendo il mio tempo per inviarli ad agenzie microstock. Non vendono. Fine. Non mischio l’innamoramento per un’immagine che ho fotografato con il valore di mercato.

Ci leggiamo tra due settimane, quando condividerò con te alcune abitudini fotografiche (e non solo) che mi hanno permesso di persistere senza mollare in questo decennio di fotografia.

A presto!!

Paolo

 

10 anni di fotografia microstock (2/5). Consigli pratici per lavorare senza stress.

Seconda puntata di questa miniserie di post dedicata a cosa ho imparato in 10 anni di fotografia microstock. Puoi trovare qui il post precedente.

Il mio posizionamento sul mercato microstock

In questi anni sono stato insultato e osannato a periodi alterni per la mia scelta di lavorare nel campo della fotografia microstock.

La mia attuale posizione lavorativa è questa: lavoratore dipendente in una grande multinazionale e ditta individuale (partita IVA) come fotografo. Ho un doppio lavoro. Nel mio caso (lavoratore dipendente da azienda privata, mentre se fossi dipendente pubblico le cose si complicherebbero) è una posizione perfettamente lecita. (altro…)