E’ la domanda più frequente su questo blog. Quanto tempo ci vuole per riuscire a vivere di fotografia microstock? Ricevo questa domanda da moltissime persone, dal lavoratore dipendente insoddisfatto della propria carriera alla mamma con una bimba piccola che vorrebbe rientrare nel mercato del lavoro ma si accorge di avere difficoltà a fare convivere impiego e nuova situazione famigliare. In questo post, diviso in due puntate, parleremo di pazienza e di anni: crescere come fotografo e imprenditore richiede tempo. Ma non poi tantissimo.
Se è la prima volta che leggi la parola microstock e vuoi saperne di più, puoi consultare la pagina Da dove inizio? per trovare utili suggerimenti oppure scaricare l’eBook gratuito e completo Vendere foto online.
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E’ possibile che questa risposta non ti piacerà
Iniziamo dalla fine: penso che ci vogliano circa tre anni di lavoro serio per poter vivere di fotografia microstock. Con le seguenti premesse:
- Che ci si accontenti di uno stipendio sicuramente non stellare: diciamo un po’ oltre i 1.000 euro al mese.
- Che si sia disposti a lavorare in ottica microstock, vale a dire scattando quello che vende e non cercando le foto delle vacanze sul PC per provare a venderle.
- Che si disponga di attrezzatura fotografica con un livello di qualità accettabile
- Che si affronti quest’avventura con impegno costante e professionalità, anche se solamente come attività part-time.
Perché dico che questa risposta non piace? Perché non soddisfa nessuno. Il fotografo fanatico dei sistemi per diventare ricchi su Internet lavorando 5 minuti alla settimana in genere risponde “ma come? Addirittura 3 anni? Sono troppi. Devo diventare milionario più velocemente”. Il fotografo che nel microstock ci lavora da più tempo ha la posizione opposta: “ma come? Solo 3 anni? Ottimista e illuso!”. Io penso che la ragione stia nel mezzo non perché è un luogo comune dirlo, ma perché l’ho vissuto sulla mia pelle.
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Perché almeno tre anni per vivere di fotografia microstock?
Il fatto che mai come oggi sia stato facile vendere fotografie (affermazione vera) ha fatto molti danni. Questa situazione è conseguenza di un momento storico straordinario: la contemporanea apparizione delle fotocamere digitali e l’accesso di massa a Internet. Questi due movimenti sismici distruttivi per i fotografi tradizionali che scattavano a pellicola, sono invece stati benefici per tutti coloro che avevano il sogno di pubblicare o vendere le proprie immagini. L’arrivo del microstock è stato il terzo stravolgimento, conseguente ai primi due: un nuovo modello di business, più democratico sia nella domanda, sia nell’offerta.
Oggi tutti possono accedere con le loro proposte fotografiche al mercato e questa è la buona notizia. Le conseguenza meno buone sono due:
- L’accessibilità di massa alle agenzie fotografiche online ha comportato una concorrenza esasperata. La progressiva diffusione di ottime macchine fotografiche a prezzi accessibili ha contribuito a innalzare la qualità del prodotto fotografico a livelli altissimi. Il fotografo amatoriale può competere con il fotografo professionista ma avendo dei costi di attività enormemente inferiori. Non c’è da stupirsi che molti fotografi tradizionali che scattavano in analogico non siano riusciti a fare il salto e ad adattarsi ad un mondo che è cambiato in pochissimo tempo.
- Le agenzie fotografiche online hanno oggi archivi di immagini mastodontici e possono permettersi di essere ancora più pretenziose sulla qualità richiesta e sull’eccezionalità dei soggetti degli scatti, pagando al fotografo obiettivamente una minima parte di quanto da loro incassato.
In sintesi: oggi è abbastanza facile vendere la prima fotografia per qualche centesimo, ma vivere di fotografia microstock è tutta un’altra cosa. Essere in grado di produrre in modo costante immagini di altissima qualità è il vero gradino che fa la differenza.
Questo blog vuole darti una mano ad avere successo come fotografo, non vendere l’illusione facile. Tre anni, per chi sceglie di affrontare l’avventura del vendere foto online, sono il tempo minimo ragionevole per sviluppare le competenze necessarie.
Vediamo alcune di queste competenze:
- Capire la domanda del mercato fotografico:
- sapere cosa vende
- sapere dove cercare le informazioni su cosa vende
- sapere come fotografare il soggetto per farlo vendere bene
- Selezionare le agenzie fotografiche con cui collaborare: scegliere quali agenzie e quante. Valutare il rapporto costo/beneficio del contribuire a una nuova agenzia. Se mi chiedi un consiglio, incomincerei da queste:
- Shutterstock
- iStock
- Fotolia
- 123RF
- Analizzare e imparare dai rifiuti degli ispettori
- Creare un flusso di lavoro efficiente: essere in grado di produrre grandi quantitativi d’immagini di elevata qualità è una delle sfide più difficili per il fotografo che si avventura nella vendita online di immagini. Due software che possono aiutarti enormemente a guadagnare velocità di produzione sono:
- Filezilla: gratuito, per velocizzare le procedure d’invio delle immagini
- Lightroom: a pagamento, per gestire la catalogazione delle immagini, l‘editing e l’esportazione.
- Creare un portfolio fotografico sufficientemente ampio sia per numero di fotografie, sia per temi
- Possedere un corredo fotografico di qualità. Non eccezionale, ma di ragionevole qualità.
Nel prossimo post daremo invece una risposta all’altro 50% delle obiezioni, quelle di coloro che ritengono che 3 anni siano pochi per avere successo nel vendere fotografie online.
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Ci darai una mano a crescere!
Personalmente, contribuendo a tempo perso, mi accontento anche di meno. Voglio dire che l’importo da te indicato può essere tanto o poco, tutto dipende dall’impegno giornaliero (ore lavorative per intenderci)
Relativamente agli ispettori, per capire le richieste dell’agenzie, leggo ciò che segnalano ma poi ne tengo conto il giusto e vado avanti. A dimostrazione sabato carico la stessa foto su Shutterstock e 123rf convinto della sua valenza commerciale risultato su Shutterstock respinta per vari errori, su 123rf accettata e oggi venduta per poco più di 19$ !
E pensare che fino a ieri era proprio Shutterstock dove vendevo per lo più quel tipo di foto (cantiere edile).
Grazie davvero per i tuoi articoli sempre molto chiari!
Solo una cosa a margine di quello che dici: se 3 anni sono un tempo possibile per poter pensare di “vivere di microstock”, quanto invece (secondo te) per guadagnare qualcosa in modo costante?
Ciao,
Dipende cosa vuol dire quel “qualcosa” a cui ti riferisci. Mettiamola così: io nel primo anno di attività mi sono comprato un teleobiettivo decente. Nel secondo la macchina fotografica nuova (Canon 5D MKII), quindi le cose avevano già incominciato a decollare. Tieni conto che i guadagni sono costanti nel tempo ma tendono a decrescere se non alimenti con fotografie nuove il tuo portfolio fotografico. Mai fermarsi!
A presto
Io mi rivedo nel tuo articolo: sono la casalinga che vorrebbe poter lavorare e non mancare mai ai suoi impegni familiari. Adesso pronta per migliorare il proprio corredo fotografico e tante idee da realizzare. È solo un anno che lavoro col microatock, ma mi rendo conto giornalmente che ai tratta di un lavoro con proapettive a lungo termine. Inseriamo immagini oggi per venderle anche in un futuro lontano. Chi vivrá vedrà, insomma. Agata
Ah, ma allora sei veramente attenta quando leggi gli articoli!
Grazie Agata, un grande abbraccio e un grande in bocca al lupo per il futuro.
Paolo
Ciao Paolo,
condivido la maggior parte delle tue riflessioni a riguardo e sottoscrivo…
Cmq considerando l’attività di microstock come unica attività lavorativa, bisogna staccarsi dal microstocckaro medio e ragionare in termini imprenditoriali e fare un bel business plan… Da economista se mi rivolgo questa domanda Si può vivere di solo microstock, la risposta che penso di getto è: NON IN ITALIA… realisticamente nemmeno in tre anni…
innanzitutto da considerare gli investimenti ( per realizzare foto appetibili e con un alto potenziale di vendite). a titolo di es. considerate le voci: obiettivi buoni e corpo/i macchina- flash- trigger- torce- fondali- tavoli still life- soft box- software- aggiornamenti e formazione- MODELLI- attrezzature e accessori per riprodurre le scene volute- Location- noleggio studio o affitto- assistente o soci. Ultimo ma non per importanza il discorso tasse. Qui in Italia tra tasse dirette e indirette è davvero insostenibile questa attività. Inoltre il cambio col dollaro ci penalizza tanto. per chi si sta cimentando ad analizzare i possibili costi annuali dell’attività consideri che il guadagno medio per singola immagine per download si aggira tra i 0,50-0,80 cent. quindi calcolate voi quante licenze dovreste vendere per avere un guadagno netto di xxxxxEuro…
Ciao Gandolfo,
Grazie per l’approfondito e competente commento. Hai toccato un aspetto importante, che è quello del “cambio di marcia” necessario quando passi da fotografo part-time a fotografo full time. Per andare nella direzione del professionismo, come in ogni attività lavorativa, si deve agire in due direzioni: aumento del fatturato o riduzione delle spese (se riesci a fare tutte e due le cose assieme vuole dire che sei bravo). Io ho lavorato soprattutto sulla seconda linea di condotta, cercando di mantenere le spese di quest’attività veramente al minimo: attrezzatura fotografica buona ma non dell’ultima generazione, studio fotografico casalingo realizzato spendendo 100 euro, non lavoro con modelli, non affitto location. Sul tema tasse c’è poco da girarci attorno: hai ragione.
Grazie ancora per gli spunti di riflessione
Paolo
Io personalmente non sono d’accordo sul fatto di comprare migliaia di euro di attrezzatura. Viaggio e cerco location interessanti con luci naturali. Non ho assistenti, non ho tavoli still life ne’ mille flash. Quando faccio foto in studio affitto lo studio con tutto compreso pagando una cifra accettabile. Ora ho una macchina professionale con bioni obiettivi ma voglio solo far notare una cosa che puo’ sembrare ridicola ma le foto che vendo di piu’ e che sono piu’ visionate sono scattate con uns eos 1100 da poco piu’ di 350 euro con un 18-55 base. Si puo’ anche avere una ferrari, ma bisogna anche saperla guidare.
Gandolfo, giustamente, cita l’argomento tasse che nel nostro bel paese sono veramente pesanti, per chi le paga chiaramente…
Per chi le vuole pagare le tasse e sopratutto in modo corretto sarebbe interessante capire come fare e quanto incidono sull’introiti così da avere un chiaro quadro della situazione.
Paolo, potrebbe essere un argomento da trattare in un articolo…
Ciao Alfredo,
Condivido l’interesse per l’argomento. E’ anche vero che bisogna parlarne con competenza, e questo è uno dei motivi per i quali fino ad oggi non sono stati realizzati post su questo blog dedicati ad un approfondimento sul tema. Personalmente sono lavoratore dipendente con possibilità di inserire extraredditi nel modulo 730. Reputo però che per trattare l’argomento ci vorrebbe un fiscalista con esperienza e ne approfitto per invitare i lettori che volessero a condividere le loro esperienze in merito.
Paolo
ciao a tutti, intanto grazie di cuore per questo blog che mi sta facendo da guida in questa nuova avventura. vorrei farvi delle domande, se posso …
1) ma fotolia e’ severissima, ho mandato 70 foto e ne hanno prese solo .. 3 !!!
2) mi sono iscritto ad altre agenzie, su vostro suggerimento di diversificare… mi chiedono subito 10 foto di presentazione, ma valutano solo il mio lavoro o le 10 foto faranno gia’ parte del mio contributo per loro??
grazie davvero di cuore per tutto quello che fate.
simone
Ciao Simone,
Grazie a te per essere passato di qua. Se hai un portfolio fotografico online, inviaci il link così gli diamo un’occhiata e cerchiamo di aiutarti a capire cosa non funziona con Fotolia. Ti confermo che, almeno nel mio caso, una volta approvate le 10 foto mi erano già state considerate come parte del mio portfolio di vendita.
A presto
Paolo
Ciao Paolo. Ti seguo, o meglio, per non sembrare uno stalker, seguo il tuo blog da poco circa un mese e mezzo. In un certo qual modo sei stato tu a darmi lo spunto per avviarmi al microstock. Era una realtà che sconoscevo fino a che non sono capitato nel tuo blog.
Mi sono iscritto alla prima agenzia (shutterstock) a metà del mese di marzo 2014 e, come feedback ho ricevuto una porta in faccia. Ma non mi sono arreso. L’indomani mi sono armato di macchina fotografica e sono uscito in giro per Londra alla ricerca dello scarto perduto (da trovare).
Ho allora provato con l’iscrizione a Fotolia e, nonostante alcune foto siano state scartate, altre sono state accettate e ho iniziato il mio primo portfolio online.
Non sono un fotografo professionista. Non sono neanche un fotografo se proprio la dobbiamo dire tutta, ma ho passione per la fotografia e un occhio semiotico della realtà. Inoltre mi piace scrivere, per tanto, aggiungere le keyword per me non è una fatica. Anzi, tutt’altro, nonostante ci si debba dedicare del tempo, più del “tempo di scatto”.
Oggi ti scrivo perchè con uno scarso portfolio di 24 fotografie ho venduto proprio ieri pomeriggio la mia prima foto su fotolia. So benissimo che non significa nulla, ma è da stimolo per continuare a migliorarsi come non-fotografo.
Continuerò a seguirti e a leggere i tuoi consigli e chissà se un giorno non nasca una collaborazione.
Ivan,
Grazie di averci raccontato la tua storia. Sei esattamente quello che definirei “il lettore ideale di questo blog”: quello che non si limita a leggere, ma ci prova veramente a va avanti anche i rifiuti degli ispettori. Ma ogni giorno impara qualcosa di nuovo.
Orgoglioso di averti tra i nostri!
Ciao Paolo, voglio dirti grazie per aver creato questo blog. Grazie davvero!
Io ho 50 anni e grazie al digitale ho ripreso in mano la reflex. Girovagando per il web mi sono trovato nel tuo blog e ritrovato in ciò che scrivi e mi son detto:-” perché no? Perché non provare?” e così sto cominciando a prendere appunti per prepararmi a questa nuova esperienza.
Dal mio punto di vista prendo l’invio di foto alle agenzie di microstock più come un esame. Un confronto che mi darà sicuramente lo stimolo a continuare a provarci.
E magari a fare meglio dove ho sbagliato.
Poi certo, se verranno anche i guadagni, perché no? Riguardo al fisco, considerando quanto misero può essere il movimento di denaro generato dalla vendita di una o poco più foto, posso solo augurarmi di arrivare davvero un giorno a pormi un problema del tipo ” aiuto, incasso 5000 euro al mese, come faccio?”.
Ma sono una persona concreta e quindi, per concludere, comincio questa mia attività con la massima serietà possibile, con impegno, studio e dedizione, con la gioia di far parte di un gruppo che ama condividere le foto a livello globale. Poi se qualche mia foto finirà da qualche parte nel mondo, sarò ancora più felice.
E in Italia di questi tempi già potersi dichiarare felice è un lusso per pochi.
A presto.
Alessandro
Ciao Alessandro,
Grazie a te per averci raccontato la tua storia. Ti assicuro che siamo in tanti ad avere una situazione simile alla tua, dove il microstock diventa un bel complemento ad altre attività lavorative o famigliari.
Mi raccomando, se hai bisogno siamo qua.
Purtroppo non è così semplice come qualcuno vuole fare credere. Teoricamente non c’è limite ai guadagni del microstock in pratica invece bisogna assistere a manovre scorrette da parte dei vari siti di mocorstock, tariffe degli artisti abbassate senza preavviso, crediti annullati senza una valida ragione, trucchi e trucchetti vari per vendere immagini a licenze più basse invece delle estese, per non parlare di tutti quelli che le immagini se le fregano.
Mettete in conto che ogni anno la concorrenza aumenta pure e che voi non potete influire sul mercato visto che vendete i lavori tramite “rivenditori” alle loro condizioni e prezzi e poi fatevi duu conti. Immagini arrivate ad essere vendute su alcuni siti a 0.007$ si avete capito bene!!!
Certo qualcuno ha 20.000 immagini online e pure di più, considerando che sono agenzie belle grosse dell’est o di paesi dove il fisco è meno fastidioso che qui in Italia. Quando voi guadagnate qui 2000 euro al mese(se siete fortunati) tenete in mente che metà andranno al fisco italiano!!!! E riuscire a mantenere 2000 euro al mese col microstock è roba da pochi, si perché avrete picchi che vi illuderanno pensando di potere aumentare i vostri introiti, in realtà col tempo più foto mettete meno guadagnerete e vi troverete con l pezze al culo…
Ciao Roberto,
Grazie per la tua opinione. Devo dire che ho avuto un’esperienza personale molto diversa dalla tua: per me esiste una forte correlazione nel lungo periodo tra numero di immagini caricate ed incassi. Certo, è nel lungo periodo…
Paolo