A nessuno piace essere definito pigro. Però a molti di noi piace risparmiare tempo. In questo post parleremo di ritocco fotografico digitale (con parole semplici: fotoritocco) e vedremo assieme quali sono i piccoli trucchi veloci in postproduzione che ci aiutano a vendere meglio le nostre immagini.
Partiamo da una mail che ho ricevuto qualche giorno fa da Marco, che assieme alla moglie Marianna ha scelto di buttarsi nell’avventura della fotografia microstock.
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Ci scrive Marco
Buongiorno e grazie per tutto quello che fai.
Il blog é un’inesauribile fonte di riflessione, preparazione e cosa per me ancora più importante, leggerti é un piacere anche solo così… per leggere.
Vorrei sapere brevemente la tua opinione su questo:
- Teoria: “in microstock é bene non alterare troppo le immagini con saturazioni, nitidezze, vignettature, filtri perché gli editor ed i clienti vogliono poter manipolare i parametri necessari, cosa a volte impossibile con certe post”
- Pratica: tutti i venditori (e un po’ pure tu) ad un certo punto capiscono che se non fanno tutto quello che non dovrebbero fare non vendono o vendono meno.
Qual’é la verità? Certo non “stare in mezzo”. Se si va a vedere le ultime foto di ogni classifica sono sì quelle più insignificanti, ma anche meno “caricate”.
Che faccio, dico a mia moglie di tirar via tutto, rispolverare cross processing, filtro amaro e via di raw col saturatore e scuritore selettivo, ricaricare e magari veder triplicare le vendite?
Grazie, un sorriso e complimenti ancora.
Marco
Portfolio di Marco e Marianna: http://www.shutterstock.com/
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Piccola premessa sul fotoritocco
Il fotoritocco è quell’insieme di procedimenti che modificano una fotografia a scopi migliorativi. Il fotoritocco non è fotomontaggio: il suo principale obiettivo è quello di correggere gli errori dell’immagine.
E’ giusto fare del fotoritocco sulle immagini? Il dibattito è infinito, spazia dall’etica al buongusto, e non lo approfondiamo in questo post. Tuttavia vorrei fare una premessa del tutto personale.
L’oggettività in fotografia non esiste. Una fotografia non è mai oggettiva sia nel suo contenuto narrativo (un fotografo può scattare un secondo prima o un secondo dopo, raccontando lo stesso evento in modo completamente diverso), sia nel suo contenuto d’immagine.
Quest’ultimo è interpretato non solo dalla tua scelta compositiva, ma anche dal sensore della tua fotocamera, dalla lente, dal tuo software di postproduzione, da come è tarato il tuo monitor, dalla carta su cui stamperai l’immagine…
Insomma, questa storia dell’immagine che descrive oggettivamente la realtà è una gran balla. Tutte le fotografie hanno un fattore che le altera da un punto di vista creativo, anche quando non lo vogliamo!
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Creare immagini forti per riuscire a vendere
Marco, che mi scrive la mail in apertura post, ha ragione. Se non crei sulla tua fotografia, se non la alteri saturando i colori, mettendo vignettatura, aumentando la nitidezza, riducendo il rumore… vendere è difficile. Dove sia il confine tra il consentito e il buongusto è veramente complicato da dire.
Sono invece un po’ meno concorde sul fatto che stare in mezzo non paghi. Tutte le immagini dirette alla vendita hanno bisogno di un passaggio in postproduzione, tutte le immagini devono mantenere gli interventi in postproduzione limitati (anche perchè altrimenti gli ispettori bocciano), ma le sfumature tra questi estremi dello spettro sono veramente molte. Facciamo qualche esempio?
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Fine della teoria. Pratica del fotoritocco
L’immagine che vedi in apertura post è attualmente la mia terza immagine più popolare su Shutterstock. Quella che vedi qui a fianco è la mia seconda. L’immagine che puoi trovare poco sotto, quella del portone, è la mia sesta in termini di popolarità. Si tratta quindi di immagini che vendono bene.
Tutte sono state elaborate in modo pesante. In particolare:
- Pesante vignettatura
- Scarsa luminosità dell’immagine
- Bilanciamento del bianco alterato verso toni caldi
- Contrasti sparati al massimo
- Dettagli che non vedi ma ci sono: riduzione del rumore digitale, aumento nitidezza e altri piccoli ma importanti accorgimenti.
Si tratta di un modo di fare postproduzione abbastanza invasivo e che qualche anno fa non avrei utilizzato. Però mi sono accorto che vende. L’idea mi è arrivata guardando all’Autogrill le copertine di alcuni romanzi con ambientazione medievale: erano tutte simili! E tutte ricordavano lo stile con cui ho elaborato queste tre immagini.
Sicuramente mi sono omologato al gusto del momento, sicuramente alcune hanno elementi di creatività poveri mentre altre ne hanno di maggiori (tra quelle che vedi, l’immagine del dettaglio della porta è quella che mi piace di più), sicuramente vendono di più che metterle online senza averle elaborate.
Accanto a questo tipo di immagini che hanno ricevuto un intervento pesante in postproduzione ne vendo altrettanto bene di naturali, dove il fotoritocco è stato limitato veramente la minimo con un pizzico di saturazione e contrasto.
Caro Marco, che ci hai stimolato a pensare con la tua mail, a meno che le immagini accettate siano poche non dire a tua moglie di tirare via tutte le fotografia online e ricominciare da zero. Probabilmente la fatica non varrebbe il guadagno.
Tuttavia, nulla ti vieta di realizzare fotografie simili alle precedenti reinterpretandole, magari con una posproduzione molto più spinta. L’obiettivo è quello di proporre al mercato sia l’immagine più naturale che consenta all’acquirente di scegliere quale intervento in postproduzione fare, sia quella già elaborata da te che gli permetta di risparmiare la fatica dell’elaborazione. Spesso il cliente ha pochi soldi, poca voglia e deve impaginare in fretta altrimenti il capo lo cazzia: figuriamoci se può permettersi di fare del fotoritocco!
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Consigli veloci di fotoritocco
Qui trovi parte dei miei appunti relativi al fotoritocco. Si tratta degli interventi in posproduzione che si sono rivelati il migliore investimento in termini di risultato/tempo investito. Dovendo produrre grandi quantitativi di immagini in tempi ragionevolmente brevi, gli interventi che scelgo di realizzare sono molto pigri. Minimo lavoro, massimo impatto sull’immagine.
- Piccola premessa importante. Visto che il nostro obiettivo è vendere fotografie, iniziamo a informarci sui trend creativi per il 2015. Lo sai che uno dei tre trend del 2015 secondo Shutterstock sono le prospettive insolite? Leggi questo articolo: Shutterstock trend 2015. Le altre due tendenze della fotografia creativa per il 2015 saranno gli sfondi sfocati e le immagini lineari.
- Parti dalla varietà di inquadratura iniziale. Per ogni un singolo soggetto realizza scatti orizzontali, verticali, a taglio quadrato, a taglio panoramico, lontani, vicini, ancora più vicini…
- Prosegui con la varietà di postproduzione. Prova a mischiare questi spunti:
- Vignettatura spinta
- Cambio della temperatura colore
- Gioca con il Graduated Filter in Lightroom o Photoshop
- Gioca con il Radial Filter (strumento potentissimo, prossimamente un video sul Canale Youtube di Fotoguadagnare.com)
- La saturazione aiuta a vendere perché ormai siamo drogati di pubblicità con immagini sature. I colori pastello sono belli, ma li uso per farmi il quadretto allegorico nella mia stanza. Se voglio vendere, devo saturare almeno un minimo. Se puoi, utilizza il controllo Vividezza che porta a risultati più naturali.
- Quando vuoi spingere sul contrasto non considerare solo questo controllo. Il controllo Clarity (chiarezza) agisce sul contrasto dei toni medi e spesso ti può dare risultati molto più interessanti e naturali rispetto a spingere il contrasto sull’intera gamma tonale dell’immagine.
- Anche se non ami il fotoritocco, cerca di non essere pigro. Se scatti in RAW, un passaggio in Photoshop o Lightroom per aumentare il contrasto è praticamente obbligatorio. Spesso è anche opportuno spingere sulla saturazione.
- Qualunque sia il tuo obiettivo, dalla stampa grande formato a vendere una fotografia online, ricordati di osservare la tua immagine con zoom 100% prima di considerare la tua attività di fotoritocco conclusa.
- Leggi il post Facciamoci notare!. Potrai trovare delle idee interessanti da usare.
Consigli per un libro con DVD da cui iniziare a pasticciare nel mondo del fotoritocco? Photoshop CC. Guida completa per il fotoritocco digitale. Con DVD. Mi è piaciuta l’idea di inserire un DVD con esercizi per prendere confidenza con Photoshop ma anche Lightroom. L’autrice è una docente di grafica, quindi ha occhio anche per quelle immagini destinate alla vendita.
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Conclusioni
- L’oggettività in fotografia non esiste
- Se il tuo obiettivo è vendere, un minimo di fotoritocco è obbligatorio per ogni immagine
- Dai scelta al tuo cliente: proponi al mercato sia immagini naturali (fotoritocco minimo), sia con postproduzione pesante
- Strumenti con migliore rapporto impatto sull’immagine/tempo investito in fotoritocco: contrasto, saturazione, vignettatura, temperatura colore, Graduated Filter e Radial Filter.
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Ciao Paolo,
intanto grazie a te e Marco per l’argomento che può essere un interessante spunto di riflessione.
Comincio subito a dire la mia esperienza in ambito microstock (che è ancora molto limitata). La post-produzione vende, ma bisogna saperla fare, e io ancora non ho abbastanza pratica; infatti mi limito a contrasto, vividezza, un po’ di desaturazione selettiva di alcune tonalità, ritaglio e distorsione geometrica…STOP. Ogni volta che provo a toccare altri parametri solitamente la foto mi viene bocciata dai selezionatori: se aumento la nitidezza bocciata per artefatti, se riduco il rumore bocciata perchè troppo soft, se spingo su certe tonalità bocciata per errato bilanciamento del bianco.
Ma ha ragione Paolo, dedicare del tempo a fare una buona post-produzione è il modo migliore per farsi notare.
Ad esempio, la mia foto più venduta in generale (non ridete, sono solo 10 vendite, ma circa l’8% del totale) è questa veduta di Boccadasse, a Genova: https://it.fotolia.com/id/74504884. E’ stata scattata con luce naturale, approfittando di un brevissimo periodo dell’anno in cui il sole tramontando illumina completamente il borgo; la stessa tonalità però la posso ottenere tranquillamente giocando con il bilanciamento del bianco a partire da una foto con illuminazione più neutra. Esistono tantissime foto di Boccadasse in giro, ma questa si nota immediatamente in mezzo alle altre.
Quindi il consiglio che do soprattutto a me stesso è di sfruttare al massimo la post-produzione senza però snaturare la foto.
Adesso però vorrei esulare un po’ dal mondo microstock; mi trovo in disaccordo con Paolo quando dice che l’oggettività in fotografia non esiste, perchè la mia visione della fotografia è proprio opposta alla sua. Io ho sempre visto la fotografia come uno strumento per “raccontare” il mondo, e quando vedo una fotografia preferisco sempre che a “parlare” sia l’oggetto della foto e non il fotografo dietro l’obiettivo. Prediligendo la fotografia paesaggistica da esterni voglio che chiunque, dopo aver guardato una mia foto, possa andare nello stesso luogo e ritrovare quello che ho visto io.
Ad esempio, tornando alla foto di Boccadasse, quella fotografia non dice molto di me, ma viceversa quello che dico io con quella foto è che se andate a Boccadasse alla fine di novembre, verso le 16.30, potrete ammirare il borgo illuminato dalla calda luce del tramonto. Sì, potrei anche prendere una foto fatta dallo stesso punto in un altro periodo del giorno (e dell’anno), sparare una tonalità molto calda, e avere lo stesso risultato. Ma con quella mia foto non riuscirei a comunicare niente.
Un saluto a tutti,
Roberto
Ciao, passo spesso di qui e con la stessa frequenza leggo sbircio, apprendo. Oggi ho sottomano questo tuo articolo che mi ha dato spunto ad una riflessione. E’ vero, sul fotoritocco ci sono discussioni infinite. I blog sono pieni, anzi tracimano di spunti teorici a riguardo confondendo spesso il significato del termine stesso. Per non dilungarmi troppo la vera risposta in questa diatriba la può dare solo il buon gusto. Scrivevo però perche quello che mi sembrava stridere nel post era il termine ‘guadagnare tempo’. E’ vero, se uno fa un bilancio tra le immagini ‘richieste’ dal microstock e il tempo di post produzione è meglio che uno faccia i conti con lo stesso tempo, stringendolo appunto. Viene richiesta qualità e volume insieme ad una buona dose di idee innovative. Ecco modulare queste tre variabili è una buona equazione di secondo grado. Partiamo da un punto però, il fotoritocco è indispensabile, anzi imprescindibile. Una qualità si ottiene partendo da un raw che va post prodotto e a cui vanno applicati certi accorgimenti di default (nitidezza, contrasto bilanciamento). Su questa struttura possiamo poi costruire la nostra visione, dare alla foto uno spinup in piu che puo renderla piacevole (spendibile) o meno. Poi c’è il ‘ seguiamo il Trend’, io direi seguiamo gli smartphone !!. Abbiamo un nutrito staff di ingegneri , grafici e programmatori che lavorano prima di noi regalandoci filtri per fotografia standardizzando la visione grafica della realtà. Partiamo da quei filtri per realizzare immagini che fanno tendenza. Le prosepttive inusuali (ho letto anche i nuovi trend) sembrano solo un reimpasto del modo di visione di un telefonino (focale corta, oggetti presi dall’alto, blur diffusi). Non dico che questo sia noioso o sbagliato, dico che abbiamo uno strumento per capire le tendenze. E’ vero bisogna avere ‘occhio’ e osservare anche la grafica in genere. A tal punto cosiglierei sempre una sbirciata a css awards per capire verso quale tendenza grafica sta piegando il web tramite layout piu o meno scarni e colori piu o men accesi. E’ in riflesso che a mio avviso puo riscontrasi in fotografia e tanto piu in fotografica pubblicitaria. Detto questo mi sentirei di dire allunghiamo i tempi di produzione magari calandoci dentro 1 o 2 minuti in piu di quella sana riflessione sulla destinazione dell’immagine stessa. Cerchiamo di creare una sorta di photo therapy, una sorta di immagine che sia capace di tirar fuori ricordi inconsci piacevoli, ecco applichiamo la stessa teoria della foodtherapy. A mio avviso questa è una buona strada da percorre. Buona giornata.
Proprio in questi giorni stavo pensando a cosa vendesse di più: se immagini naturali o con pesante PP…. Personalmente non amo le immagini alterate ma purtroppo ci si deve sempre adattare al mercato e non il contrario…
Ciao, Paolo.
Mi chiamo Maddalena e ho scoperto per caso il tuo blog, che ho trovato molto interessante.
Mi è sempre piaciuta la fotografia e vorrei saperne di più, anche se non ho mai frequentato corsi.
Per scattare le foto mi servo di una macchina digitale, Olympus FE-100 – 4.0 megapixel.
Adoro le fotografie in bianco e nero, e mi piacerebbe approfondire le mie conoscenze su questo argomento, ma non so da che parte cominciare.
Puoi darmi qualche consiglio?
Grazie mille e un saluto.
Maddalena
Ciao Maddalena e brava per la curiosità.
Questo blog è prevalentemente dedicato alla fotografia destinata alla vendita. Questo non vuole dire che non si parli anche di tecnica fotografica, ma questo è uno dei temi complementari a questo blog e non il principale.
Il mio consiglio è sempre quello di investire in formazione più che in tecnologia: se hai la possibilità e stai partendo da zero, il giusto posto in cui spendere qualche euro è un buon libro (meglio ancora un buon corso).
Se vuoi invece approfondire il tema della fotografia destinata alla vendita ti suggerisco il link: https://www.fotoguadagnare.com/da-dove-inizio/
Un grande in bocca al lupo!
Paolo
Ciao Paolo
Vorrei farti una domanda banale se non che stupida…
Dato che le agenzie richiedono che un immagine sia minimo 4MB, è possibile aumentare la dimensione di un immagine per poi poterla inviare alle agenzie?
Grazie
Massimiliano
Ciao Massimiliano,
Nessuna domanda è banale, tranquillo.
Sì, è possibile: ad esempio impostando i parametri di dimensione dell’immagine con la funzione Export di Lightroom.
Tuttavia sconsiglio di farlo. La qualità dell’immagine andrebbe a deteriorarsi e rischieresti di vedere tutte le tue immagini rifiutate.
A presto!
Paolo
Grazie Paolo… ;)