Fotografare un matrimonio da professionista è sempre più difficile. Perché è difficile distinguersi.
Qualche domenica fa sono stato invitato a un matrimonio. Cerimonia bella, come bellissima era la sposa… naturalmente ho sentito il dovere di valutare anche la competenza del fotografo ufficiale (cugino dello sposo) preposto al servizio di nozze. Nello specifico, la coppia in questione ha scelto di risparmiare qualche soldino e di affidarsi al parente entusiasta del suo ultimo giocattolino fotografico appena acquistato. Non posso biasimare gli sposi che scelgono di affidarsi al cugino aspirante fotografo per ragioni di budget. Biasimo il cugino fotografo perché ho visto in anticipo qualche scatto e il migliore giudizio qualitativo che posso dare per ora è: beh, insomma…
Ma in una cerimonia di nozze dove tutti hanno macchine fotografiche professionali, iPhone, iPad e similari, macchine fotografiche compatte di tutti i generi… qual è il motivo per il quale una coppia dovrebbe scegliere un professionista per fotografare un matrimonio? L’ho chiesto ad alcuni miei amici che di questo mestiere ci vivono e qui trovate la sintesi delle nostre chiacchierate.
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Per fotografare un matrimonio bisogna saper gestire bene la luce
Questa è una delle differenze principali tra il fotografo professionista e il cugino dello sposo improvvisato fotografo. Quest’ultimo non ha la sensibilità nel vedere la luce che ha il primo. Qualche esempio?
- Il cugino scatta rigorosamente in controluce l’ingresso dello sposo e della sposa, mettendosi all’interno della chiesa (buio) ed esattamente di fronte all’entrata (illuminata), in modo tale che i visi siano tutti in ombra e non si riescano a recuperare anche con il Photoshop più estremo.
- Il cugino ha un sesto senso per le ombre dure che tagliano a metà qualsiasi fotografia. Il matrimonio è alle 11.00? La foto con i famigliari la si fa a termine cerimonia, di fronte all’ingresso della chiesa, verso le 12.00, avendo cura che l’ombra di un palazzo seghi a metà tutto il gruppo delle persone in posa. Metà del gruppo all’ombra, metà in pieno sole: così, mediamente, la fotografia è bene esposta.
- Il cugino non ci pensa proprio a utilizzare un flash ad esclusione di quello in dotazione alla macchina fotografica, posizionato esattamente sulla verticale dell’obiettivio e in grado di dare quel bel look sala operatoria. Il professionista ha quasi sempre un flash esterno che gli da una mano quando la situazione lo richiede. Un consiglio al volo sul flash? Utilizzo il Canon Speedlite 430, ma un qualsiasi flash economico purché esterno è meglio di quello in dotazione alla macchina.
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Raccontare storie, non fare una collezione d’immagini
Il cugino presenta agli sposi una serie di immagini. Per lui fotografare un matrimonio vuole dire solamente scattare delle belle fotografie. Per il fotografo professionista questo non basta.
Per il professionista fotografare un matrimonio è raccontare una storia dall’inizio: da quando la sposa termina la vestizione a quando la mamma non le riesce a inserire la spilla che regge il velo da sposa e tutti sono nervosi, allo sguardo dello sposo pensieroso che attende la sposa all’altare, al loro primo sguardo quando si incontrano in prossimità dell’altare… insomma, tutto quello che farà esclamare agli sposi E’ vero! Non mi ricordavo che era successo anche questo!
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Il fotografo professionista presenta un prodotto curato e finito
Per il cugino fotografare un matrimonio è proprio questo: fotografare un matrimonio, punto e basta. Presenterà agli sposi le fotografie in un CD oppure ne farà alcune stampe, magari includendole in un libro fotografico stampato online.
Premesso che ci sono ottimi servizi di stampa professionale online, il tema vero è che il professionista ha il dovere di consegnare un prodotto finito e curato. La confezione del prodotto fotografico è importante quasi come il prodotto stesso. Meglio ancora se, assieme all’album concordato con gli sposi, il fotografo consegna anche un qualcosa di inaspettato come la stampa di alcuni ingrandimenti, magari accompagnati da una cornice. Insomma: quel qualcosa in più che stupisca gli sposi e gli faccia dire però…!
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Fotografare un matrimonio vuole dire velocità di consegna
Sempre più spesso, i fotografi di matrimoni sono in grado di rendere disponibili online entro alcuni giorni dalla cerimonia almeno una parte del servizio fotografico. Il professionista ha il dovere di rispettare scadenze strette ed è sua convenienza farlo, perché il weekend seguente forse ci sarà un’altra cerimonia e pertanto il flusso di lavoro deve essere di buona qualità fotografica (data per scontata) e veloce.
Il cugino? Il cugino si rimbocca le maniche se è una persona seria, ma non essendo stato pagato e non guadagnandoci da vivere ha dei tempi che sono comprensibilmente più lenti.
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Il professionista ha sempre un secondo corpo macchina
Il fotografo professionista non si può permettere di fare un buco con il servizio fotografico: lui sopravvive con il suo lavoro. Per questo ha sempre (o dovrebbe avere) un backup: un secondo corpo macchina, batterie di riserva, schede di memoria in abbondanza. L’ipotesi che il cugino rimanga a piedi perché qualcosa non funziona non è remota. Poi, con un po’ di fortuna, si può rimediare raccogliendo in urgenza le immagini scattate da altri parenti e amici muniti di macchine fotografiche varie e assortite, ma è comunque un metterci una pezza che non sempre riesce bene. Anzi: non riesce quasi mai.
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Fotografare un matrimonio è una parte del lavoro: poi bisogna sapere scegliere
Avete mai provato a proporre a una coppia di scegliere tra tre scatti simili? Probabilmente vorranno tenerli tutti e tre. Il fotografo professionista è una persona che si prende la responsabilità di scegliere le immagini da proporre o meno al cliente. Per questo che il professionista non presenta tre scatti uguali agli sposi: seleziona il migliore per toglierli dall’indecisione sulla base della sua esperienza. Eventualmente, li terrà in una cartella seconda scelta qualora su esplicita richiesta della coppia fossero necessarie ulteriori soluzioni.
E il cugino? Per il cugino tanto è meglio, quindi non seleziona. A volte non fa neanche postproduzione. In fondo, gli hanno chiesto di fotografare un matrimonio, non di occuparsi di quello che viene dopo…
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La profondità di campo: questa sconosciuta!
Il fotografo professionista utilizza l’apertura del diaframma a suo servizio, andando a mettere fuori fuoco gli sfondi che disturbano il soggetto e solo quando serve. Questa è una delle principali differenze rispetto a chi scatta mediante iPhone, dove quasi tutto è a fuoco. Il cugino non ha ben capito cos’è sta storia dell’apertura del diaframma e comunque sicuramente non serve, perché l’importante è fare tante fotografie.
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Conclusione
Fotografare un matrimonio è uno dei principali modi in cui un fotografo professionista oggi può sopravvivere. Non mi occupo personalmente di questa specializzazione fotografica, ma proprio perché rispetto chi da questo lavoro ricava il pane per se e la famiglia ho deciso di mettere per scritto il perché vale la pena di scegliere un professionista.
Comunque, il massimo sarebbe avere un cugino professionista!
Paolo
La parte riguardante la profondità di campo è la più importante in assoluto.
Quando qualche amico mi chiede di dargli due dritte (proprio giusto due perché non è che io ne sappia di più :-) ) la prima cosa che spiego dopo le basi è proprio la PDC.
Senza padroneggiare quella, ti precludi un sacco di idee e di occasioni di portare a casa un bello scatto.
Il tragico è quando la devo spiegare a qualcuno che si è appena comprato una compatta. :-)
Concordo in tutto.. Bell’articolo come sempre Paolo…
Grazie Fabio!
Perfettamente d’accordo. In particolare penso che l’uso di flash e il saper usare a proprio vantaggio la luce (o la poca luce) sia su tutti l’aspetto fondamentale, nonchè legato ad una attrezzatura professionale, molto più costosa rispetto al foto-amatore (e al Microstokkaro!)
Davide