Questa settimana proponiamo un qualcosa di diverso e ospitiamo un post di Alfredo, che alcuni di voi avranno avuto il modo di conoscere in precedenza in quanto molto attivo nella sezione dei commenti ai post precedenti. Lo ringrazio a nome mio e dei lettori perché il tema che tratteremo questa settimana non solo è nuovo su questo blog, ma anche sull’intero web si trova poco o nulla in merito!
Per chi fosse curioso, segnalo il blog di Alfredo www.bertagna.it
Buona lettura
Paolo
Flusso di lavoro: dal microstock al social network
Sollecitato da Paolo Gallo, a seguito di alcuni scambi di commenti ad uno dei suoi articoli Vendere foto online, provo a raccogliere le idee per una proposta, che poi è quella che cerco di seguire, di come gestire la presenza sulla rete con le foto caricate sulle agenzie di microstock. Premetto subito che sono un appassionato di fotografia a tempo perso e di livello “eterno principiante”, da pochissimo affacciatosi sul mondo del microstok, perciò siate clementi… e soprattutto è il mio primo articolo su fotografia e microstock!
Prima di arrivare all’invio delle foto ai siti microstock, e successiva condivisione, procedo alla scelta delle foto “candidate”. Seleziono le foto da tre categorie principali:
1. Personali – foto di familiari, amici, ecc.;
2. Lavoro – foto scattate per lavoro, quello vero, relative a fabbricati, lavori edili, ecc.;
3. Microstock – foto pensate e scattate per il microstock;
Dalle prime due categorie seleziono le foto che, per contenuti, non presentano persone riconoscibili o porzioni di immobili identificabili così da non dovere richiedere liberatorie.
Con le foto selezionate nelle prime due categorie e quelle della terza passo alla post-produzione effettuando una ulteriore scrematura fino ad arrivare alle (poche) foto da inviare a cui ho già aggiungo il nome e i relativi tag (keys).
Pronte le foto passo all’invio delle stesse alle agenzie di microstock, inizialmente solo Fotolia e da qualche giorno anche su 123RF. Per l’invio utilizzo FileZilla anche se sono disponibili alcuni software specifici quale, ad esempio, StockUploader in grado di aggiungere tag e gestire invii multipli alle varie agenzie di microstock. Sicuramente da provare.
Inviate le foto parte l’attesa per sapere quali saranno accettate…
Ottenuta l’accettazione ritroviamo nel portfolio personale le nuove foto da cui è anche possibile copiare il link o condividere direttamente tramite apposito pulsante corrispondente ai vari social network. Oltre a il link diretto della foto è possibile utilizzare anche i vari programmi di affiliazione che permettono di guadagnare una piccola percentuale su eventuali vendite di acquirenti proveniente dal vostro link. Ogni agenzia ha un suo metodo perciò è sempre leggere bene le istruzioni.
I social network sono molti e ciascuno di noi ha le proprie preferenze. Personalmente utilizzo Twitter, Google+ che ritengo il migliore, Pinterest e da poco mi sono deciso a provare anche Behance ma ne parlo più avanti perché merita un discorso a parte. Nella condivisione è importante ricordarsi di inserire anche gli hashtag i quali facilitano la ricerca in base ad un argomento, anche da persone non a noi collegate, aumentando notevolmente la visibilità del nostro post.
Leggendo sui vari forum dedicati al microstock troverete anche chi critica questo metodo di condivisione in quanto ne consegue un forte aumento delle visite e che, se non porta delle vendite, porterebbe a un abbassamento del “rating” che ogni motore di ricerca, di ciascuna agenzia di microstock, assegna alla foto stessa con conseguente riduzione della visibilità.
È una critica fondata? Non lo so anche perché ogni sito di microstock si guarda bene a divulgare gli effettivi parametri che influenzano il rating della visibilità di ciascuna foto. Se pensate che detto metodo possa, alla fine, arrecare un danno è possibile condividere il link al portfolio anziché il link alla foto. A voi la scelta.
Da pochi giorni mi sono deciso a iscrivermi a Behance in quanto si rileva una formidabile fonte di ispirazione grazie alla presenza di molti artisti di altissimo livello di cui è possibile seguire i lavori. Non aspettatevi il solito social network, anche se sono presenti molte delle classiche funzionalità, ma scoprirete un vero e proprio laboratorio per sviluppare le proprie idee singolarmente o in collaborazione con altri utenti.
Devo provare questo StockUploader… è totalmente gratis?
Per quanto riguarda pubblicizzarsi con i social… penso che sia una perdita di tempo…
Infondo chi compra le foto non lo fa perchè le vede li… ma perchè cerca un certo tipo di foto nel motore di ricerca dello stesso Microstock…
E’ un mio parere ovviamente.
Buon lavoro e grazie dell’articolo.
Ciao Davide,
Concordo per il 50%. Personalmente non distribuisco ancora mie fotografie sui social, ma penso che se hai un tuo stile che ti contraddistingue potrebbe essere un modo per convincere un possibile acquirente a cercare un fotografo anziché un soggetto. Mi spiego meglio.
Diamo un’occhiata a questo link:
http://www.istockphoto.com/search/portfolio/10124345#f28d6ce
Il fotografo ed illustratore in questione è stato così bravo nel ricavarsi una nicchia con un suo stile da convincere il possibile compratore a cercare direttamente il suo nome anziché il soggetto. Per questo che l’autore sta facendo palate di soldi!
Se io vendo genericamente fotografie di paesaggi sicuramente il cliente troverà le mie immagini sulla base delle keyword tra altre milioni disponibili. Ma se io utilizzando i social network vengo riconosciuto internazionalmente come “quello che fa le fotografie degli interni dei palazzi nobiliari italiani” (ammesso che ottenga le liberatorie) il processo si inverte. Gli acquirente magari (e spero) visto che sono pigri e hanno poco tempo verranno a cercare prima sul mio portfolio, poi se non trovano nulla si butteranno nel mare magnum delle agenzie.
Secondo me pubblicizzarsi con i social ha senso se hai una nicchia specifica in cui puoi distinguerti. Magari diventando uno specialista di fotografie di regate o uno sport in particolare.
Si, StockUploader è completamente gratuito anche se Filezilla rimane imbattibile se non devi inserire key o titoli.
Questa è una riflessione che ho fatto anche io, ma ogni tanto condividere una immagine sui social network non guasta :)
Se si va, ad esempio, su twitter e si cerca l’hashtag #microstock vedrete una lista ben attiva di cinguettii che riguardano questo settore. Secondo me anche gli acquirenti sono in cerca di “ispirazioni” e ogni tanto darci un occhio potrebbe essere utile per trovare nuovi spunti.
Non so voi ma a me capita di cercare su liste dedicate a fotografi in cerca di qualche ispirazione…
L’articolo a mio avviso non è assolutamente interessante anzi rispetto l’autore che l’ha scritto e sottolineo anche il punto dove specifica che è il suo primo articolo in merito quindi non giudico e sono clemente … però sinceramente la cosa che ha fatto è descrivere in modo easy il suo processo di lavoro e un suo parere sui social…
Per quanto mi riguarda i social sono fondamentali perché si ha :
A: un confronto diretto con gli autori
B: enorme fonte d’ispirazione sopratutto con Behance (qui concordo con l’autore)
Per quanto riguarda la diffusione dei media sui social è importante che questi siano protetti con un watermark. Inoltre i social sono un’immensa fonte di contatti io per esempio il 90 % dei miei modelli li trovi attraverso i social anche grazie a una pagina dedicata alla mia attività che è in continuo aggiornamento porta con se notevoli contattati per futuri lavori, non esiste niente di meglio che il passa parola tra i vari modelli / autori.
Inoltre i contenuti presenti sui social sono sempre ben indicizzati dal SEO e questo porta con se un ulteriore afflusso di curiosi che vogliono vedere cosa sei in grado di fare…
Concordo sul fatto che se si è fotografi affermati, con qualcosa di particolare da proporre essere anche in altri canali ha senso. Se no, forse è meglio stare nell’anonimato.
Francesco è fra quelli che può raccontare qualcosa di importante. (A proposito, complimenti!)
Speriamo che un giorno possiamo fare altrettanto… per il momento io devo imparare e preferisco mantenermi nell’oscurità!!!
Per quanto riguarda l’articolo di Alfredo, chiaramente manifesta una sua opinione e il suo approccio iniziale con il Microstock… Probabilmente fra un paio d’anni avrà un’opinione ancora diversa, un’organizzazione diversa in virtù di esperienze fatte.
E’ normale e giusto così.
Di fatto comunque apre l’argomento a interessanti discussioni, ragion per la quale stiamo facendo dei commenti…
io invece sono del parere che sopratutto se si è sconosciuti bisogna farsi notare, non si corre nessun rischio a parte quello di essere criticati per i propri lavori che secondo me è la miglior scuola per migliorare, io ritengo che sono in grado di fare una foto che per me è bella ma bello é soggettivo perché ciò che per me è bello vuol dire che è bello per me per le tecniche ed esperienze che ho allo stato attuale poi la foto potrebbe essere una vera cioffeca ma non posso saperlo visto che evito il confronto…io ricordo che quando ho iniziato sbavano per alcuni risultati che avevo ottenuto che riguardandoli oggi mi vergogno …e nego che sono stato io …
Cmq grazie per i complimenti….
Personalmente non penso perchè uno è alle prime armi sia meglio stia nell’anonimato. Il confronto, anche se critico, porta sempre a un miglioramento certo sempre se uno non si chiude a riccio nelle proprie convinzioni.
L’articolo che ho scritto in effetti è più una “lista” di ciò che faccio e sicuramente, come dice Davide, tra qualche anno, sempre che abbia la costanza di continuare, avrò opinioni e organizzazione diverse. Se così sarà vuol dire che uno è cresciuto e dalle esperienze avrà imparato nuove cose altrimenti, forse, è meglio che smetta ;)
Comunque grazie per i Vostri commenti e grazie a Paolo per l’ospitalità nel proprio blog.
Alfredo,
Se ti andasse, sarebbe bello avere un tuo post da qui a un po’ di tempo (sei mesi?) in modo da poter confrontare il tuo flusso di lavoro odierno con quello futuro e raccontandoci quello che imparerai lungo la strada. A me interessa e, se ti va di scrivere, qui c’è posto per te.
Paolo