Nel precedente post Creare foto still life: sfida 100 euro – parte 1 abbiamo scritto la lista della spesa e alcuni dei risultati ottenuti con il nostro studio still life casalingo e low cost. In questo post incominciamo a scendere nel dettaglio su come organizzare il nostro studio che non solo ci permetterà di fare belle fotografie ma anche di fare i brillanti con i nostri amici che magari hanno speso 500 euro (quando va bene) per delle luci professionali.
Un aneddoto: su 4 amici che conosco e che hanno comperato luci da fotografia professionale anche per fare still life, 3 hanno finito l’entusiasmo dopo circa un mese e le hanno accantonate in garage, il quarto ci sta provando ma con risultati del tutto comparabili alle fotografie che avete visto nel post precedente realizzate nello studio da 100 euro. Questo non vuole assolutamente dire che le luci professionali e l’attrezzatura professionale in generale non siano giustificate come spese quando necessario, ma semplicemente che il limite della qualità di una fotografia non è quasi mai nell’attrezzatura, bensì nel fotografo.
Bene: queste due fotografie (quella di apertura post e quella qui a fianco) vi illustrano lo studio fotografico finito e funzionante. Lo studio è realizzato da un tavolo dell’Ikea sul quale è poggiato un softbox acquistato su eBay. Le due luci laterali sono fari da cantiere già venduti con piedistallo, recuperati su eBay ma in qualsiasi negozio di fai da te ne potete trovare senza difficoltà. Lo spazio totale occupato è di circa tre metri per due ma si può comprimere ulteriormente se la moglie o il marito minacciano di non essere più sereni nei vostri confronti.
Tavolo fotografico
Ovvero tavolo Ikea, modello Linnmon/Adils, 20 euro incluse le gambe. Che sia fotografico o meno lo decidiamo noi, basta non litigare con il coniuge a causa del fatto che continuate a rubargli spazio in altre aree della casa. In realtà un qualsiasi tavolo va bene ma consiglio di avere un piano bianco per evitare di aggiungere dominanti di colore involontarie. Una cosa interessante dei tavoli componibili dell’Ikea è la possibilità di sostituire le gambe fisse con gambe telescopiche. Questo permette una comodità enorme per noi fotografi che dobbiamo alzare/abbassare il piano a seconda delle necessità del set fotografico che stiamo allestendo.
Softbox
Per chi è a digiuno di fotografia still life, si tratta del cubo in tessuto plastico all’interno del quale saranno inseriti gli oggetti da fotografare. La tela o foglio di plastica del softbox hanno la funzione di ammorbidire le ombre e creare una piacevole luce diffusa. In commercio ne esistono di moltissimi tipi e, non essendo un oggetto che contiene chissà quale tecnologia, uno vale l’altro. Il mio primo softbox l’ho realizzato in casa con una scatola di cartone a cui avevo tagliato i lati creando due finestre laterali che avevo poi chiuso con della carta velina presa da scatole di camicie (idea a costo zero!). In commercio sono disponibili softbox con diversi sfondi colorati. La mia unica raccomandazione è quella di andare su un modello sufficientemente ampio per ragioni di comodo contenimento degli oggetti da fotografare. Attualmente utilizzo un softbox 80×80 cm e mi trovo bene. Costo indicativo: sotto i 30 euro, zero spese se ve lo volete costruire in casa con una scatola di cartone e carta velina.
Luci fotografiche (o no?)
Sconsiglio l’utilizzo di flash perché, come anticipavamo nel post precedente, lo still life necessita di un progetto di illuminazione e pertanto una luce continua ci permette una fase di studio più meditata. Nello specifico, abbiamo utilizzato due fari da cantiere da 500 W/h venduti con il loro treppiede. Non preoccupatevi della temperatura della luce della lampadina perché, a patto che si scatti in RAW, la si correggerà facilmente in postproduzione. Unico vero difetto: scaldano molto (non la temperatura delle luce: fanno proprio un effetto termosifone). Costo indicativo sui 30 auro l’una e il giorno che vi stufate di fotografare le utilizzerete come luci normali per fare dei lavori in casa.
Nel prossimo post completeremo l’esame del nostro studio fotografico low cost. Come sempre, se avete voglia di raccontare i vostri successi e disastri fotografici casalinghi (soprattutto questi perché sono i più divertenti) qui c’è spazio per i commenti!
Molto interessanti e pratici questi post! Grazie!
Ciao Davide e grazie. Ti anticipo che questa mini-serie sullo studio still life si concluderà la prossima settimana, poi passiamo nuovamente a qualche articolo più “microstock” e parleremo di keywords.
A presto
Frequento quasi giornalmente i cantieri e ai faretti da cantiere non avevo proprio pensato. L’unica cosa che hanno un bel consumo oltre a scaldare l’ambiente. Ne recupero un paio visto che i faretti a basso consumo con oggetti un po’ grossi vanno in crisi dovendoli allontanare.
Sono molto interessato al prossimo argomento !!!
Grande Paolo, è un piacere seguire il tuo blog.
Ciao,
interessante anche questo post.
Non faccio molta fotografia macro, ma con un set economico potrei anche fare degli esperimenti.
Domanda: ma gli oggetti dopo li “scontorni” via software o lasci lo sfondo ?
Inoltre quale sfondo (colore, trama, ecc..), secondo la tua esperienza, è meglio usare ?
Non sempre il bianco vende meglio. Ho visto delle belle foto vitange e altre con oggetti “coutry” (tipo stivali, speroni, ecc…) con sfondi marrone scuro.
Altri fanno still life con sfondi neri.
Attendo impaziente il post sulle Keywords.
ciao
Ciao Federico,
Hai ragione, il mercato dell’oggetto su sfondo bianco è decisamente saturo e non necessariamente vende meglio. Personalmente cerco di creare delle proposte alternative, ma non esiste una regola se non quella di abbinare lo sfondo per colore e texture al soggetto principale. Se devo creare un rimando vintage ma anche legato a fotografia food ho notato che un sacco per prodotti agricoli (es. il classico sacco delle patate) è uno sfondo abbastanza flessibile da poter essere disposto in diversi contesti. Sicuramente il mercato di fotografie con oggetti su sfondo nero è meno saturo di quello su sfondo bianco.
Per quanto riguarda la tua domanda sullo scontornare: io non scontorno. Uso una buona illuminazione sul set, poi su lightroom alzo al massimo le alte luci fino a bruciare i bianchi dello sfondo. Chiaramente questo non era un post sulle tecniche still life, ma possiamo farne uno…
Nel tuo commento indichi che “alzo al massimo le alte luci fino a bruciare i bianchi dello sfondo” ma pensavo che una delle cose che controllano i “revisori” delle foto fosse proprio questo. Infatti tutte le volte mi “picchio” con le regolazioni di Ligtroom per non avere bianchi bruciati mantenendo un bianco accettabile dello sfondo.
Faccio una prova con alcune foto non accettate e le ripropongo.
Ciao Alfredo,
E’ vero quello che scrivi: bruciare i bianchi è normalmente un ottimo motivo per farsi scartare una fotografia dai revisori. Ma qui stiamo parlando di qualcosa di diverso: se si vuole fotografare uno oggetto su sfondo bianco pulito bisogna arrivare al limite di questa bruciatura altrimenti si rischia di avere un fastidioso colore giallino/grigetto al posto del bianco.
A presto
Paolo