Guadagnare con le foto lo si può fare con un’infinità di modi diversi, ma c’è una caratteristica che accomuna tutti i metodi che permettono di farlo utilizzando il Web: la necessità di inserire buoni metadati e, tra questi, le giuste keywords (parole chiave). Il motivo è che qualsiasi algoritmo di ricerca non vede la tua fotografia bensì interpreta la semantica dei dati informativi ad essa collegati.
Complicato? No, affatto. Mettiamola così: puoi essere il migliore fotografo del mondo di microstock, di reportage, di quello che vuoi, e avere scattato la migliore immagine del secolo, ma se nessuno la trova è come non averla realizzata. Il tuo progetto di guadagnare con le foto finisce qui. Proprio per evitare questa fine ingloriosa, è importante utilizzare i metadati per dire ai motori di ricerca cosa c’è nell’immagine. In questo articolo esamineremo una serie di domande e che arrivano direttamente dai dubbi dei lettori di questo blog, cercando di dare un taglio pratico alle risposte.
Cosa sono i metadati?
I metadati sono semplicemente delle informazioni che descrivono le caratteristiche e le qualità di un file. Per chi si occupa di fotografia stock e microstock i metadati di maggiore interesse sono tre:
– Titolo dell’immagine
– Descrizione dell’immagine
– Keywords: parole chiave che descrivono il contenuto dell’immagine
Questi non sono gli unici metadati contenuti in un’immagine, ma in questo momento ci stiamo concentrando su quelli che permettono di trovare il nostro prodotto fotografico online. Gli algoritmi di ricerca valutano soprattutto le informazioni contenute in questi tre campi per proporre il risultato di una ricerca che, nel nostro caso, vuole dire riuscire a porre l’immagine giusta davanti al possibile cliente. Da qui la necessità di ottimizzare tutti e tre i campi in questione. Insomma: dopo l’immagine, i metadati (titolo, descrizione, keyword) sono la cosa più importante per vendere fotografie online. Ricordati che la maggior parte ma non tutti i siti microstock analizzano titoli e descrizioni come parte importante delle informazioni contenute nell’immagine. Nel dubbio, inserire qualche keyword anche nel titolo e nella descrizione non fa mai male.
In quale lingua si inseriscono titolo, descrizione e keywords?
Ci sono pochissimi siti che permettono di inserire metadati in italiano. Conviene non perdere tempo e inserirli subito in Inglese all’inizio del processo e prima dell’upload delle immagini. I software con cui puoi inserire dati alle tue immagini sono infiniti, ma Adobe Lightroom è sicuramente una buona scelta. Se quando c’era il compito in classe di inglese ti mettevi in malattia allora aiutati con dei traduttori: Google Translate è un buon prodotto ma anche www.wordreference.com può essere una valida alternativa.
Quante keywords?
Mentre per l’inglese non ci sono alternative, per il numero di keywords diventa più una questione di strategia del singolo fotografo. In generale, i siti di fotografia microstock non accettano meno di 7 e più di 50 keywords (con qualche eccezione). Io suggerisco di inserirne tra le 30 e 35. Questo perché sotto le 30 keywords si rischia di non descrivere con il dovuto dettaglio la fotografia in questione, mentre oltre le 35 personalmente rischio di fare spam e mettere contenuti non competenti.
Dai, a chi non viene la tentazione di mettere parole chiave che non c’entrano niente nella speranza di acchiappare un cliente in più? A me sì. Il problema è che così facendo da un lato rischiamo di irritare un possibile acquirente che si vede suggerire un’immagine poco pertinente a quello che stava cercando, dall’altro sembra (e, ripeto, sembra) che alcuni algoritmi tendano a diminuire il peso delle keywords sulla base della loro posizione o numero totale. E’ possibile che Fotolia sia tra questi: le prime dieci keywords potrebbero avere un peso maggiore delle seguenti, anche se l’algoritmo di ricerca è tenuto giustamente segreto.
Quali keywords?
Più le keywords sono accurate, più potrai guadagnare con le foto che distribuirai sui siti stock e microstock. Quindi è importante dedicarci tempo. La check list che utilizzo personalmente è:
– Descrivere l’elemento principale della fotografia
– Colori predominanti
– Concetti espressi dalla fotografia
– Sensazione che l’immagine può ispirare
– Persone: numero, etnia, età…
– Località: se si tratta di una città italiana, sia il nome italiano, sia la versione inglese
– Nome dettagliato di specie animali e piante se presenti
Da evitare di inserire:
– Marca e modello della fotocamera
– Nome del fotografo
La cassetta degli attrezzi per guadagnare con le foto online
Segnalo un paio di strumenti utili da tenere nella propria cassetta degli attrezzi quando si inseriscono le keyword. Il primo è http://arcurs.com/keywording/, che permette di organizzare le proprie keyword sulla base di immagini simili a quella che abbiamo scattato. Da provare: è semplicissimo e velocizza tutto il nostro flusso di lavoro.
Il secondo è https://www.picworkflow.com/research/. Questo è uno strumento utilissimo prima di realizzare un servizio fotografico: si inserisce una keyword e si ottiene una valutazione di quanto una parola sia richiesta dal mercato sulla base del confronto domanda/offerta. Insomma, evita di farci realizzare un servizio fotografico che non avrebbe mercato e ci avvisa dove ci sono delle nicchie fotografiche con molta domanda e poca offerta.
Perché, alla fine, il segreto per vendere le foto online a prescindere dal mercato fotografico in cui sceglierai di competere è sempre lo stesso: prima dobbiamo guardare cosa chiede il mercato, solo dopo possiamo prendere la macchina fotografica in mano.
A presto!
Paolo
Anch’io seguo le idee che esponi. A volte uso per trovare le parole chiave anche uno strumento di ricerca all’interno di Shuttertock (per chi ci è entrato, può usare anche quello).
A volte faccio proprio il copione su Shutterstock. Inserisco la principale parola chiave (nel cerca di Shutterstock in inglese) e copio le parole chiave di un’altra foto simile alla mia!!!
Aprofitto che accettando i vs consigli sono entrato sia in iStock che Alamy.
Visto che metto subito in pratica?
PS A proposito di Alamy… come vi va con i tempi di approvazione??!!
Bravo Davide e complimenti per avere sfondato la porta di Alamy e iStock! Ci dai soddisfazione!
Sai che c’è un bel dibattito sul tema della proprietà intellettuale delle keywords? Se vogliamo proprio fare gli azzeccagarbugli, le keyword sono parte integrante dell’immagine e pertanto sono tutelate da diritti d’autore. Tanto che non è poi così chiaro se sia così legalmente solido creare un software che permetta di esaminare le keywords delle immagini altrui per poi copiarle (es. quello di Arcurs, ma anche quello di Shutterstock). In attesa che la questione sia definita, io continuo a utilizzare questi strumenti e onestamente non ho problemi se qualcuno copia le mie keywords.
A presto!
PS: su Alamy calcolo un 15 giorni per l’approvazione
A proposito di proprietà…
In Alamy (lavoro da certosini) va specificato il numero di persone presenti e se si ha una liberatoria… Non ho mai capito qual’è il sottile limite in una foto di una piazza dove ci sono persone riconoscibili, ma sono solo elementi secondari della foto…
E se le persone contenute sono sfocate? Devo indicarne lo stesso il numero, specificando che non ho liberatoria?
E i monumenti? Quali sono liberi da diritti e quali no? (non dovrò mica andare in una enciclopedia e carpire l’età di ogni muro o statua che fotografo spero…)
Questo è importante per Alamy dato che accetta quasi tutto sulla fiducia… ma se poi delle nostre foto violassero qualcosa i danni li paghiamo noi suppongo…
Ciao Davide,
Hai toccato un nervo scoperto. Quanto un qualcosa sia accettabile non solo varia da agenzia ad agenzia, ma anche da ispettore a ispettore. Il limite è così sottile che spesso le stesse agenzie sono in imbarazzo. Non solo, ma il fotografo dovrebbe pure viaggiare con l’enciclopedia sotto il braccio. Ad esempio: lo sai che puoi fotografare e vendere una foto delle Torre Eiffel fatta di giorno ma non di notte? Le luci notturne della Torre sono coperte da copyright. Ma immaginati se un americano in gita a Parigi lo sa!
Che dirti. Hai ragione.
Tra l’altro con Alamy mi trovo di fronte ad una grossa contraddizione.
Sto mettendo tendenzialmente tutto in RF, come sono le stesse foto nei Microstock, ma in alcune foto caricate in Alamy appaiono delle persone sullo sfondo. Quindi devo inserire per correttezza che ci sono più di quattro persone (è obbligatoria tale scelta). A questo punto, non avendo liberatoria, l’immagine diventa di default RM.
Per me può anche andare bene… ma se la stessa foto è anche in RF in un microstock???
Va bene lo stesso?? Dubito… ma d’altronde che faccio?
Grazie per questo articolo molto esauriente!! ;)