Facendo seguito al precedente post sul mercato fotografico 2014, oggi andiamo a curiosare nel report di Photoshelter 2013 survey: what buyers want from photographers. Si tratta di un report destinato al mercato fotografico più tradizionale, spesso su commissione, ma è fatto così bene che anche noi microstockari curiosi possiamo imparare molto.
Vediamo innanzitutto cosa consigliano i clienti ai fotografi per il 2013. Riassunto del riassunto: i clienti vogliono che il fotografo risolva un loro problema. Non parlano di foto belle, non parlano di arte: esattamente come il microstock ci insegna, dobbiamo partire dalle esigenze del cliente e poi scattare, non scattare una foto che ci piace e poi forse trovare un cliente.
I trend di stile suggeriti ai fotografi dai clienti per il 2013 sono:
– Immagini grezze, non rifinite, dal look rude. Insomma: non le immagini perfette con modelli bellissimi che nel microstock hanno ormai saturato il mercato.
– Stile fotografico anticato. Sì al vintage.
– Stile reportage anche per immagini dedicate al mercato pubblicitario, con persone vere che fanno cose vere e imperfette.
Veniamo ai numeri. Il 75,6% degli acquirenti intervistati (vedi il grafico in apertura post, principalmente agenzie pubblicitarie, di design e progettazione editoriale) rispetto al 2012 hanno lo stesso budget o addirittura superiore da dedicare al mercato fotografico. Per me è sorprendente: si tratta di un dato in controtendenza rispetto al forte pessimismo che circola online. E sottolineo come Photoshelter abbia sempre realizzato i suoi survey con la massima professionalità e cura del campione statistico, pertanto reputo i dati da loro riportati molto più attendibili di alcuni commenti su Facebook di colleghi fotografi un po’ troppo abbattuti.
L’acquirente cerca la fotografia principalmente rivolgendosi ai motori di ricerca, da portfolio online e da siti web personali degli stessi fotografi. Meno di un terzo degli intervistati si affida a metodi tradizionali come parlare direttamente con l’agenzia che rappresenta il fotografo o chiedere una raccomandazione a un collega di lavoro. Il mercato è diventato pertanto molto più veloce e violento: serve un prodotto e subito, senza avere troppi intermediari tra l’acquirente e il fotografo. E a volte è più importante la velocità del prezzo.
Inoltre, il 55,9% degli intervistati non hanno un budget per l’acquisto di fotografie separato tra online o meno e, pertanto, acquistano liberamente dove conviene o dove trovano quello che serve. Per quanto riguarda la modalità di consegna delle fotografie, l’82,7% preferisce il download diretto da sito entro le 24 ore.
Morale della favola. Se da un lato i numeri di traffico delle agenzie di vendita di fotografie online mi fanno essere confidente sul fatto che a breve non ci sarà assolutamente penuria di richiesta nel mercato microstock, dall’altro il report 2013 survey: what buyers want from photographers evidenzia uno spostamento degli acquirenti di fotografia da un comportamento più tradizionale verso un modello molto più “filosofia microstock”. Hanno bisogno di fotografie che risolvano esigenze concrete del cliente (non belle e la bellezza non è una loro priorità), hanno le mani libere per scegliere le agenzie che vogliono ed è importante che le fotografie siano sul loro pc entro le 24 ore.
Tutto bello sotto il sole? In generale sì, ma anche qualche ombra. A mio parere non siamo ancora in grado di stimare correttamente l’impatto dei dispositivi mobili (telefonini e tablet) sul modello microstock. Forse s’integreranno perfettamente con il microstock a tutte le agenzie incominceranno ad accettare fotografie realizzate con il telefonino, oppure la diffusione di smartphone sempre più avanzati anche da un punto di vista fotografico diventerà nemica e concorrente rispetto a chi fotografa con macchina tradizionale (voglio una foto? Me la faccio, o chiedo di farmela a quel mio amico che sta essattamente in quella località in quel momento). L’impatto degli smartphone sul mercato fotografico per me è ancora un punto oscuro, molti ne parlano ma di fatto è difficile da valutare. La mia opinione è che il livello di prezzo delle immagini sui siti microstock, la loro facilità di accesso e la scelta possibile di soggetti renderanno il microstock un modello vincente anche per il futuro a medio termine.
Questo è il perché sono ottimista per il 2014. Chi si occupa di microstock ha già quello che gli serve per posizionarsi bene sul mercato fotografico che, con ogni probabilità, caratterizzerà anche il 2014.
Anzi, quelli che rispondono meglio a queste richieste di mercato siamo proprio noi microstockari!
Qualcuno non concorda? Bene! Qui c’è spazio per scrivere i vostri commenti.
Un grande augurio di Buon Feste a tutti voi.
Paolo
Condivido il tuo pensiero sul 2014, troppe volte anche io leggo impressioni negative sul futuro ma sono convinto che siano condizionate dalla pessima situazione di casa nostra. Il mercato microstock è internazionale e la locomotiva USA sta accelerando perciò questo fa ben sperare. Il mercato in genere, anche in settori particolarmente statici, si sta spostando sempre più su servizi in tempo reale e soprattutto fruibili in piena autonomia, in qualunque momento e da qualsiasi posto. Il microstock risponde in pieno a queste caratteristiche e proprio per questo continuerà a dare soddisfazioni. Almeno nel breve periodo.
Ciao e Buone Feste intanto.
Interessante e sempre positivo il tuo articolo.
Speriamo che il mercato microstock continui a migliorare ed incrementare.
Forse però per i fotografi non ci sarà una crescita corrispondente in quanto siamo sempre di più.
Noto soprattutto con fotolia che vende sempre meno, nonostante il mio portafoglio continui ad aumentare.
Ciao.
Ciao Paolo, come al solito il tuo articolo risulta molto interessante e invita pure all’ottimismo.
Grazie ancora per tutto ciò che scrivi!
Un abbraccio e tanti auguri!!
Ciao Roberto, ciao Federico, ciao Alfredo…
Grazie a voi per i vostri commenti i migliori auguri a voi e a tutti i lettori per uno splendido inizio di 2014. Il mio ottimismo è motivato, oltre che dall’abbondante barbera che in questi giorni di festa qui in Piemonte ci stiamo degustando, anche da qualche concreto numero che negli scorsi due post ho cercato di illustrare per sostenere concretamente la mia posizione. Queste sono le ragioni oggettive. Poi ci sono quelle soggetive: non ho più voglia di stare qui a lamentarmi del perché il mondo non va come voglio io, del perché le mie foto non vendono di più, dell’economia internazionale e della crisi dell’area euro. Preferisco rimboccarmi le maniche e fare fotografie migliori. Tutto qui.
Un abbraccio a tutti e Buone Feste!
Bell’articolo Paolo..Mi sento di condividere il tuo pensiero.
Aggiungo solo che dal mio punto di vista è solo questione di tempo (probabilmente poco) prima che le agenzie microstock inizino ad accettare foto scattate con smartphone o tablet.
Forse inizialmente saranno vendute in una sezione a parte o a prezzi ancora più bassi, ma per come la vedo io la strada è già segnata.
Qui io condivido in parte…
Sono daccordo che il Microstock va alla grande!, anzi ovviamente continuerà ad aumentare la mole di vendite, ma ohimè i piccoli Microstoccari sentono ciò molto di rimbalzo… per la maggiore concorrenza, per la diminuzione delle commissioni e per … gli “autori pezzi grossi”, che cercheranno di accaparrarsi sempre più questa grossa (ma non infinita) torta (e di sicuro ne stanno pianificando il modo).
D’altronde tutto il mondo commerciale funziona così, che si voglia o no.
Quindi se uno ha buona volontà, con fatica e sudore può ancora ritagliarsi qualcosa… e le soddisfazioni non mancano (insieme alle delusioni).
Intendiamoci… io sono comunque positivo e continuo la mia salita, ma è doveroso essere realisti… Il mercato è sempre e sempre sarà molto duro.
Buona luce a tutti!